Parma
Era tutto sotto controllo, due a zero Milan a fine primo tempo, con un assist e mezzo di Ibrahimovic, e in un’ora Donnarumma aveva parato solo nella stessa azione, sull’ex Andrea Conti e su Pellè. Lì lo svedese protesta, parla da lontano all’arbitro, Pioli riferirà la frase pronunciata a Maresca: “Davvero non ti interessa il mio pensiero?”. L’arbitro di Napoli è spesso discusso, come in Roma-Sassuolo d’andata, magari l’espressione sarà stata più sarcastica, poteva comunque bastare l’ammonizione, la storia del calcio è piena di Rizzoli che si sono lasciati mandare a quel paese da Totti, vedi Udinese-Roma del 2008. Maresca decide per il protagonismo, aspettiamo la sua versione, grazie al nuovo presidente degli arbitri, Trentalange, dovrebbe arrivare.
Ibra paga peraltro la sua onnipotenza, da Sanremo al prossimo ruolo in un film, dall’espulsione nel derby di coppa Italia, ma a distanza di minuti dal duello all’ok Corral con Lukaku. Rebic lo ferma, per evitare che peggiori la situazione, all’uscita dice qualcosa anche al quarto uomo Ayroldi, comunque dovrebbe bastare una giornata di squalifica. Aveva voglia di segnare, negli occhi resta l’azione iniziale, il controllo sulla trequarti, la palla piazzata palla di sinistro, in profondità per Ante Rebic che finalizza. All’intervallo, Theo Hernandez avanza, scambia con lui, Kucka, Gagliolo e Conti vanno per le terre e Kessie saetta il raddoppio.
Questo primo tempo milanista è superiore alla media delle prestazioni recenti dell’Inter, al di là dei primati della capolista. Qualcosa cambia alla ripresa, con Cornelius al posto di Gervinho, a 34 anni sempre meno incidente. L’interpretazione collettiva rossonera è convincente, fra umiltà e fisicità. I 35’ in inferiorità numerica non cambiano il verdetto, il Parma accorcia con il cross dalla trequarti di Kucka per Pellè, sfuggito a destra a Kessiè, al centro Gagliolo anticipa Kjaer. Il portiere azzurro si limita a un’altra parata e a due uscite: “Per il suo rinnovo – sostiene Paolo Maldini -, bisogna essere felici in due”. Dovrebbe arrivare, di certo non ai 12 milioni voluti da Raiola.
D’Aversa si gioca Chaka Traorè, è il primo 2004 della serie A, l’ivoriano ha compiuto 16 anni a Natale, sembra predestinato al pari degli altri due Traorè, tocca due palloni buoni, è peraltro lui a farsi soffiare palla da Dalot, che lancia Leao allo scadere, per il tris.
Il Milan è solo alla 4. vittoria nelle ultime 13, Europa league compresa, veleggia verso il secondo posto, sarebbe il miglior piazzamento dal 2012, dal mancato scudetto con Allegri. Sorride Stefano Pioli, ha il figlio Gianmarco nello staff e una famiglia di tutti postini e uomini di calcio, parmigiani. Al massimo, in carriera ha resistito per 26 mesi, al Bologna, prima di essere esonerato. E’ al Milan da 18 mesi, può superare se stesso.
Vanni Zagnoli
I voti sono di Salvatore Riggio
Parma-Milan 1-3
Parma (4-3-3): Sepe 5,5; Conti 5,5 (38’ st Traore 5,5), Bani 5,5, Gagliolo 6, Pezzella 6 (28′ st Busi 6), Kucka 6,5, Kurtic 5, Hernani 5 (15’ st Grassi 6), Man 6, Pellè 6, Gervinho 5 (1’ st Cornelius). All.: D’Aversa 6.
Milan (4-2-3-1): Donnarumma 6,5; Kalulu 6 (33′ st Gabbia 6), Kjaer 6,5, Tomori 6, Hernandez 6,5, Kessiè 6,5, Bennacer 6 (26′ st Meitè 6), Saelemaekers 6 (26′ st Dalot 6,5), Calhanoglu 5,5 (33’ st Krunic 6), Rebic 6,5 (38’ st Leao 6,5), Ibrahimovic 5. All.: Pioli 6,5. Arbitro: Maresca 5,5.
Reti: 8′ Rebic, 43′ Kessie; st 20′ Gagliolo, 49′ Leao.
Note: espulso al 15′ st Ibrahimovic per proteste. Ammoniti Bani, Calhanoglu, Gagliolo, Pezzella, Kucka, Hernandez e Meitè per gioco scorretto. Angoli 7-3.
Da “Il Messaggero”, “Il Gazzettino”