PARMA
A Tommaso Ghirardi non è ancora arrivato l’avviso di garanzia per bancarotta fraudolenta, semplicemente perchè non gli sono state perquisite casa e uffici a Carpenedolo, nel Bresciano, nè gli è stato sequestrato qualcosa, attività investigative che impongono l’informativa di indagine. Dunque l’ex presidente del Parma smentisce di essere indagato, la notizia però è filtrata dalla procura di Parma, due settimane dopo il “non confermo nè smentisco che vi siano indagati”, pronunciato dal procuratore Rustico.
Il crac della società ducale è nelle mani dei magistrati Dal Monte, Amara e Ausiello, ipotizzano condotte illecite e distrazioni di milioni, alla base del dissesto. Gli indagati sarebbero numerosi, anche extra calcio, comprendendo consiglieri e revisori dei conti. Sarà vagliata con la massima attenzione la condotta dell’ex ad Pietro Leonardi, che negli ultimi 3 campionati aveva movimentato circa 875 calciatori, muovendosi fra le pieghe dei regolamenti per creare plusvalenze: le spese per i cartellini e anche gli ingaggi erano elevate, una percentuale di stipendi era legata a diritti di immagine magari fittizi, mentre gli incentivi all’esodo (ovvero ad accettare le cessioni) erano pagati in ritardo o non emoluiti. Una curiosità. Ieri è andata deserta l’asta per la panchina e gli armadietti del Parma sequestrati al Tardini e per gli oggetti portati via da Collecchio.
Vanni Zagnoli
