Il commento per il Messaggero, grazie a Massimo Caputi e a Gianluca Cordella.
Cesena-Napoli 1-4
Cesena (3-5-1-1): Leali 5,5; Capelli 4,5, Lucchini 5 (1′ st A. Rodriguez 5,5), Magnusson 5; Giorgi 5,5, Valzania 6 (33′ st Volta sv), Ze Eduardo 5, Cascione 5,5 (25′ st Carbonero 6), Mazzotta 5,5; Brienza 6, H. Almeida 5. A disp.: Agliardi, Iglio, Nica, De Feudis, Djuric, Succi, Cazzola, Pulzetti, Krajnc. All.: Di Carlo 5.
Napoli (4-2-3-1): Rafael 6,5; Maggio 6,5, Albiol 6,5, Henrique 6, Britos 5,5; Gargano 6,5 (21’ st Jorginho 6), D. Lopez 6; Callejon 6,5 (37′ st Radosevic sv), Hamsik 7, De Guzman 6 (17′ st Mertens 6,5), Higuain 7,5. A disp.: Colombo, Andujar, Mesto, Koulibaly, Inler, D. Zapata. All.: Benitez 7.
Arbitro: Massa di Imperia 6,5.
Reti: pt 28′ Callejon, 40′ Higuain; st 19′ Hamsik, 27′ Higuain, 30′ Brienza (C).
Note: ammoniti Gargano per proteste; Henrique, Capelli, Ze Eduardo per gioco scorretto. Angoli: 6-2 per il Napoli. Recupero: pt 1’, st 2’. Spettatori: 16.275.
Vanni Zagnoli
Certe partite nascono così, segnate. Il Cesena ha vinto solo la prima partita, il derby con il Parma ultimo in coabitazione, non aveva possibilità di fermare il Napoli, qualitativo e voglioso di festeggiare con goleada la Supercoppa Italiana.
Se il campionato iniziasse oggi, la squadra di Benitez sarebbe al livello di Juve e Roma, paga disattenzioni difensive di Raul Albiol e compagni, le sconfitte con il Chievo e a Udine, i pareggi di Bergamo, al San Paolo con Palermo, Cagliari ed Empoli. Visti ieri al Manuzzi, gli azzurri sono da semifinale di Europa league e da terzo posto, non meno della Lazio.
Nel primo tempo i romagnoli sono sullo stesso piano, mancano due occasioni, Hugo Almeyda resta inadeguato per la serie A. Il Napoli tesse la tela con un collettivo convincente. Maggio allontana il fantasma di Darmian, individuato dal ds Riccardo Bigon per la sua eredità, Henrique e Britos soffrono il giusto, David Lopez e Gargano danno geometrie e nerbo al centrocampo, De Guzman si fa preferire a Mertens inspiegabilmente, poichè il belga ha risolto molte gare per Benitez. Il turnover interno tocca Inler e Jorginho, spumeggiante a Verona sino a un anno fa, invisibile a Napoli.
Nel Cesena, Di Carlo lancia il 18enne Luca Valzania, promettente, Brienza meriterebbe il vantaggio, Hugo Almeyda a 30 anni sembra finito, a rispetto dei 19 gol in nazionale e del rendimento al Werder Brema e al Besiktas. Il portoghese manca il vantaggio, la partita gira lì. Il gol arriva per iniziativa di Higuain contrastato dai centrali, la palla arriva a destra a Callejon e lo spagnolo si sblocca dopo due mesi: era capocannoniere. Il raddoppio è tutto nella reattività di Hamsik, verticalizza sul rinvio di Rafael e Higuain conferma la forma prenatalizia aggirando Lucchini.
Di Carlo rilancia con l’attaccante Rodriguez per il difensore Lucchini, meriterebbe un gol con Brienza, sul campo del Sassuolo l’aveva colto allo scadere dopo un rigore discutibile. Arrivano invece altre due reti, su contropiede di Higuain (Hamsik, deviazione di Capelli) e con lo stesso argentino, liberato da Mertens. Brienza con un sinistro su azione d’angolo ripete l’1-4 subito dalla Fiorentina.
Il successo è dedicato a Pino Daniele, ricordato con il minuto di silenzio, il lutto al braccio e il coro “Quando”, intonato dai tifosi e diffuso dagli altoparlanti dello stadio. Negli striscioni, ”Ciao Pino” e versi delle sue canzoni. Piaceva tanto a Fabio Cannavaro, era ambasciatore della napoletanità. Di un difensore di quel livello avrebbe bisogno oggi il Napoli, soprattutto nel posticipo con la Juve.
“Il gioco c’è – osserva Benitez -, con Gabbiadini avremo un’opzione offensiva in più, anche sulle palle inattive. Contano i miglioramenti difensivi”.
E lì qualche dubbio resta perchè il Cesena è stato fin troppo pericoloso, in base al potenziale da cenerentola della serie A. Per esempio la Lazio ha concesso di meno alla Sampdoria, sono le favorite per il terzo posto, meriterebbero entrambe la Champions, sarà un duello esaltante come il ballottaggio al vertice. Per il Napoli è già bello essere lì, stabilmente davanti a Milan e Inter. Con l’allenatore di gran lunga più medagliato del calcio italiano, amante di uova fritte e patatine. Cibo da bambini, come il suo football. Semplice e vincente. De Laurentiis gli offerto il rinnovo per la sua terza stagione, lo spagnolo merita un accordo a vita.