La versione integrale del pezzo pubblicato su “Il Messaggero”
Vanni Zagnoli
E’ da 6,5 l’ultima partita premondiale dell’Italia al femminile, batte 3-1 la Svizzera, concedendo poco.
La prima azione è per Girelli, a lato, poi la traversa di Cernoia su punizione. Le elvetiche si difendono con ordine, le code bionde risaltano, dalla tribuna dello stadio Mazza. E quando le maglie rosse si fanno vive, chiude la capitana Gama. Bonansea coglie l’esterno della rete, Cernoia non inquadra la porta. Il gol arriva al 31’, su percussione centrale di Aurora Galli, che tiene a essere chiamata Iaia: sulla trequarti esce il portiere Thalmann, del Sassuolo, dribbla, rientra un difensore e al terzo spiraglio utile, con grande pazienza, piazza la palla. Le azzurre sono in possibile formazione tipo per il mondiale, magari è la milanista Valentina Bergamaschi la meno sicura del posto, insidiata da Elisa Bartoli.
Dalla panchina spingono per entrare la 34enne Daniela Sabatino, veterana della rosa, assieme ai due portieri di riserva, e Rosucci, che ha perso quasi tutta la stagione per un’operazione. Resta a terra Alia Guagni, per un colpo allo stomaco, si riprenderà.
Bonansea è sempre molto vitale, da destra ritorna a sinistra e coglie la parte alta della traversa. Il ritmo ogni tanto scende, le elvetiche sono 18esime al mondo ma non saranno in Francia, avendo perso uno degli spareggi.
Nel secondo tempo il gol annullato a Maritz per fuorigioco, entra Sabatino per Ilaria Mauro, mentre Girelli calcia sul portiere. Proprio Thalmann sbaglia su un pallone innocuo, Cristiana Girelli lo tocca in porta. La ct Milena Bertolini fa esperimenti in vista dell’esordio di domenica 9 giugno con l’Australia, in tribuna c’è la presidentessa del Sassuolo donne Betty Vignotto, più in là l’ex bomber Maurizio Ganz e Nevio Scala, già presidente del Parma. “Anche noi, in Emilia – ricorda – avevamo cominciato con le femmine. In effetti i miglioramenti del movimento sono evidenti”.
Da 3 anni produce vino biologico, un po’ come un altro ex tecnico crociato, Alberto Malesani.
Tornando al campo, la difesa azzurra è sicura, il centrocampo spinge, manca qualcosa nell’ultimo passaggio e come pericolosità a centro area, ma il lavoro a Coverciano è stato pesante, è normale che manchi un pizzico di brillantezza. Servirebbe giusto il gran pubblico, a Ferrara, la 3. partecipazione di fila alla serie A leva un pizzico di fame di buon calcio. Le curve sono chiuse, distinti e tribuna hanno larghi vuoti, si sente il vociare dei ragazzini e fra le spettatrici scoviamo Eleonora Goldoni, estense, reduce da 4 anni in Usa. “Là – conferma – il calcio è a un livello superiore, sul piano fisico”.
Le azzurre per i mondiali sono divise tra Juve e Milan, Roma e Fiorentina, ad eccezione del portiere di riserva Marchitelli, di Tarenzi (Chievo) e di Elena Linari, dell’Atletico Madrid, sempre tosta, in difesa.
Bonansea avvicina il tris con un tirocross da destra, il portiere si rifà dell’errore precedente. L’unica distrazione azzurra è su angolo da destra, nel finale, di Sabatino e poi Parisi, ne approfitta Reuteler per insaccare il 2-1. L’arbitraggio è alla svedese, lascia correre molto. Corre anche l’Italia, a bersaglio con Sabatino, servita da Bonansea, al 90’. La pioggerellina non ferma Cernoia e compagne.
Da “Il Messaggero”