«Ho creduto di essere io il suo avvocato, quando invece è stato probabilmente il contrario: era lui l’avvocato di noi tutti, ha difeso i deboli e ha incitato a fare delle nostre vite un capolavoro, nel bene e nel male». Le accuse che il mondo ha lanciato a Diego Armando Maradona sono tutte qui: la droga, i rapporti con le donne, i guai con il fisco e la politica. E poi, fu una vera colpa aver segnato con la mano agli inglesi? Fu suo il gol più bello di sempre? E, soprattutto, era davvero più forte di Pelè? Dieci capi di imputazione per dieci ragionamenti difensivi. Dieci, come il numero che ha incarnato. A condurre l’arringa in difesa del campione è il suo avvocato di fiducia, Angelo Pisani, che il calciatore aveva ribattezzato «Angelone»; l’uomo che ha tutelato la sua immagine e la sua figura dalle persecuzioni subite: dai nemici del campo a quelli dei palazzi, dalla stampa ai finti amici, fino a quella più grande, la persecuzione dell’uomo sul giocatore. Maradona contro Diego. La sentenza, ora che il tribunale che affronta il suo giudizio si è espanso fino a diventare celeste, sarà clamorosa. Sarà anche l’occasione per ripercorrere i passaggi salienti di una carriera e una vita uniche, vissute sempre al massimo, continuamente in prima pagina. Aneddoti personali inseguono i momenti in campo, mentre l’eco di un’esistenza da rockstar raggiunge ogni punto del pianeta. Di questa micidiale macchina mediatica Maradona sarà a volte vittima a volte burattinaio. Puntualmente, comunque, controvento, dribblando ogni ostacolo e nascondendo la palla al destino, mentre gli avversari di ogni grado continuano a inseguirlo, invano.
vannizagnoli
Dicembre 19, 2020 in
Attualità sportiva, Calcio