di Vanni Zagnoli
Premessa necessaria, seguo poco la Formula Uno. Da bambino guardavo il gran premio, studiavo le classifiche, i piloti, le carriere, tutto. Nel tempo non ho più tempo, soprattutto le occasioni per scrivere sono rarissime e allora neanche guardo più i primi. Una volta erano 6, i punteggi erano semplici, adesso è tutto più complicato.
Incomprensibile è la riconferma del finnico Kimi alla Ferrari. E’ l’ultimo campione del mondo con la Rossa, nel 2007, ma poi si è onestamente perso. E’ un ottimo professionista, eccellente, ma come tanti. Anonimo, grigio. Detto da uno che adora i piccoli paesi, che preferisce un finlandese a un tedesco, a prescindere.
A sensazione, in questo anno e mezzo Kimi non è stato speciale, chi è in Ferrari lo dovrebbe essere sempre, a prescindere.
Tipo Rosberg ed Hamilton, tipo Arnoux e il povero Villenueve, Senna e Prost, ecc.
A me piacciono molto le rivalità interne, l’idea di provare a vincere o arrivare sul podio nel mondiale costruttori.
Non vince solo il primo, anche un 5° posto può essere dignitoso, Kimi lo è certamente, però… Non so.
Mi pare un campione del mondo quasi casuale.
Premesso che a me piacerebbe se ogni anno vincesse un pilota o almeno una macchina diversa.
Kimi, come Felipe Massa, come Eddie Irvine, mi pare non sia stato abbastanza super, abbastanza per guidare la Ferrari per un totale di 6 anni.
Il bilancio è di un titolo 8 anni fa, del successivo terzo posto, poi il 5° e un 6°.
Con la McLaren, in avvio di carriera, due secondi posti, con la Lotus il 3° e un 5°. Dunque, complessivamente, un eccellente professionista, molto continuo. Sì, da seconda guida della Ferrari può andare benissimo, però… Però, qualche vittoria in più, uno squillo ogni tanto. Ricorda Andrea Dovizioso, il re dei piazzamenti nella motogp.