Je suis, Vanni Zagnoli. Uno, nessuno, centomila. Il curriculum? Meglio non citarlo, perchè diventa una barzelletta, la firma inflazionata, sarebbe piaciuto anche a me crescere e nascere in una grande testata.
Questo per dire che io rappresento me stesso, non ho contratti, santi, non ho mai fatto il ruffiano, non cerco il paradiso, andrò all’inferno, forse, ma spero che nessuno danneggi i miei cari, in maniera significativa.
Il punto è uno solo. Chi sbaglia, deve pagare, ma chi sbaglia per davvero, non chi sbaglia per finta. Non che perchè un’idea è già stata sviluppata apriti cielo e chi invece fa una strage “Non generalizziamo”.
Ribadisco il concetto di ieri sera, se mi aggrediscono, chi aggredisce deve finire in galera. Se mi truffano, idem. Ecc, eccetera, eccetera. Non che la privacy, non che i legacci assurdi che ha la stampa, spesso. Non la sudditanza. Perchè ormai esiste una sudditanza nei confronti dei criminali, in particolare a chi appartiene a minoranze religiose o etniche, è un attimo finire dalla parte del torto.
Non mi risulta che gli Stati Uniti o che la Francia siano mai intervenuti per primi, che abbiano scatenato conflitti, semmai sono scesi in campo per risolvere barbarie. Non ho la competenza per stabilire se la matrice è unica, non esistono guerre giuste, ma esistono reazioni – o guerre – anche preventive -, per le quali vale la pena discutere e agire.
Ho scritto, in carriera, assieme a mia moglie o anche da solo, anche su Repubblica e L’Unità, ma non di politica, ma mi chiedo se i benpensanti di sinistra o di ex sinistra ci siano o ci facciano. Perchè non mi risulta che la civiltà occidentale vada in Oriente a seminare morte, semmai porta un pizzico di ricchezza, con le vacanze.
Ho ascoltato, all’alba, sotto antibiotico e con cefalea, il messaggio in cui i terroristi spiegano che è solo l’inizio. Dicono tutto. Non tocca alla Francia offrire un lavoro a chi non ce l’ha o vuole emigrare a tutti i costi. Gli emigranti italiani mi risulta che non abbiano mai fatto male a nessuno, in Germania per esempio giocano a calcio.
Non mi risulta che la Bibbia, che non leggo da troppo tempo, consigli guerre di religione. Poi se vogliamo criminalizzare il titolo di Libero – che non avrei mai fatto -, denunciare il direttore Maurizio Belpietro – per il quale non sono una firma rituale – mi pare un falso problema.
Non voglio conoscere Maometto, l’Islam, la montagna, non voglio andarci, non so chi siano, ma non è un problema solo di religione. E’ un problema che riguarda i popoli più caldi, a più alta percentuale di povertà che talvolta diventa delinquenza, e allora penso ad alcuni immigrati anche dall’Est Europa.
Quindi, credo serva rispetto, prudenza, evitare le generalizzazioni, ma la signora Cloe Govoni uccisa a 84 anni a Ferrara – a 100 chilometri da casa mia e poteva essere mia madre – è stata ammazzata da persone di una nazione particolare. Basta leggere le cronache, le agenzie, i siti.
Vorrei ascoltare certi benpensanti: se accadesse qualcosa di spiacevole – terrorismo o rapina – a un vostro congiunto e se fosse accertato che i colpevoli fossero di certi popoli, non cambiereste parere?
Razzismo, antisemitismo, fomentare l’odio religioso, l’intollerenza?
Non ho mai sentito Papa Francesco seminare odio, ho letto e visto troppe volte delinquere alcune categorie di uomini e persino di donne. Che non stanno in casa mia, nelle redazioni dei benpensanti e neanche dei malpensanti, ma spesso sono di nordafrica, oriente, est europa, anche sudamerica.
Qui piazzo i ricordi personali. A Milano vado a Sportitalia e mi portano via il portafogli, per strada, mentre vado a passo svelto con lo zaino. Sparito, velocissimo, lestofante.
Genova, in due equadoregni, probabilmente, computer e telefono, con spintina. Li ho pure rincorsi, ovviamente dileguati. Dalla polizia, ho chiesto di poter scrivere a computer, c’erano 25 righe, mi guardavano come se fossi un mendicante. Chiesi di accelerare, per la denuncia, visto che dovevo scrivere, invece rallentavano apposta, i carabinieri.
Altro computer rubato dalla macchina 10 anni fa, mentre andavo a una fiera con mia moglie. Vetro della macchina forzato e via. Ma già 23 anni fa, alla festa dell’unità, sparisce la macchina da scrivere dall’abitacolo.
Un anno parto in treno con mia moglie, per andare in aeroporto, un ragazzo di colore sorride, poi il portafogli sparisce.
Mia moglie va al supermercato, spaccano il vetro per rubare il portafogli.
A Miami, dimentico il mio tradizionale portino, lo chiamiamo, cioè portatutto – il telefonino però era altrove – e mica lo ritrovo. Saranno stati gentleman bianchi o altre etnie?
Davanti a casa mia lascio una splendida bici aperta, notata e rubata. Una ancorata dove lavorava, rubata. Altre 4, idem.
Non generalizzo, non faccio di tutta l’erba un fascio, però…
Mentre se io voglio mangiare, pensare, scrivere, raccontare la mia vita in video o audio, i miei pensieri, la notte, mi fermano regolarmente le forze dell’ordine.
Siccome non so scrivere, non so comunicare, voglio sempre rovinare tutto, strafare, siccome sono un sottovalutato allora piazzo l’altro discorso. Le truffe: chi non paga, chi non paga debiti, chi non paga affitti, chi non paga lavoro, continua a vivere sereno, ineffabile. Lavoro, non questo sito. Che vuole essere giornalistico ma non ha uno sponsor. Adesso lo farò onlus, magari, per tacitare qualche benpensante.
La situazione a livello mondiale è presto dipinta, da casa mia, a Reggio Emilia, nella città migliore del mondo, da fine anni ’70, gemellata con Fortworth, Usa, e poi serbatoio di chi sappiamo. In Italia, idem.
Ma il discorso dei delitti veri e impuniti è allucinante. Perchè se io – o addirittura anche mia moglie -, prendesse un capannone in affitto e per un anno non lo paga -, chi giustamente pretende il pagamento avvisa i giornali ed esce che mia moglie – ovvero io, siamo in comunione dei beni -, mentre al rovescio va tutto bene, ma passi. Non voglio menarla con le beghe personali, l’avvocato mi ha consigliato di non scrivere il nome. Quattro mesi fa, la sentenza del giudice, egli resiste. Però mi racconta che il bambino della vicina di mia mamma non va più a scuola, a 13 anni.
Di recente ho saputo di un’estetista che non ha pagato dipendenti, in causa, nessuno scrive nulla, a Reggio Emilia, dall’avvocato Liborio Cataliotti – insignissimo – mi fa scrivere: Mi consta che nulla debba a nessuno”. “Stante, Vanni, i tuoi tanti messaggi”. Si parla di clienti che avevano pagato abbonamenti lunghi e poi di una chiusura, di dipendenti non pagati. Eh, la legge, l’iter, gli avvocati. Dico, ma i reati li commetto io a raccontarli, non chi se ne macchia?
Allora, io – mia moglie, mia moglie Emilde malata di Alzheimer – pensiamo che i media debbano scrivere la verità, pigliandosi anche dei rischi, certo non fomentare bombardamenti o granate o raid.
Invece no, facciamo gli intransigenti, i garantisti, il processo, non li processo, la convalida, il gip, il gup, l’avvocato, le carte processuali, l’iter processuale, la burocrazia, il fairplay, l’aspettiamo, vediamo, la seconda chance, la terza chance.
“Piccolo fascistello”, mi disse una volta al telefono un amico addetto stampa, quando gli rivelai di avere votato Romano Prodi per simpatia, da reggiano, quando si affacciò in politica, ma di avere simpatie di centrodestra.
Spiegatemi perchè la gente dev’essere assunta, tutelata e invece da fuori delle redazioni è una jungla.
Spiegatemi perchè questi pezzi se li fa la firma vanno bene se li faccio io sono pericolosi. Fra l’altro gratis.
Poi ci sarà qualcuno che mi racconterà dei grandi pensatori, dei premi Nobel, di certe culture, dei leader, delle letteratura e del teatro, dei campioni islamici e delle etnie che ho in mente io. Ma non discuto.
Dico, pastrocchiando tutto, che occorre tutti essere rigorosi con tutti, ma proporzionalmente. Perchè io non ho nessun obbligo di aiutare nessuno, non sono responsabile del ritardo di civilizzazione di alcuni popoli, di alcune povertà. Io, mia moglie, le nostre famiglie, le redazioni anche di certa stampa, anche di altra, la gente che lavora e anche che no. Nè l’occidente nè il resto dell’orbe.
Io, che non voglio evangelizzare nessuno, cambiare il mondo. Chiedo, chiediamo, solo pace e rispetto delle regole.
Non il rigore sul divieto di sosta, le cinture di sicurezza non allacciate, ma vivaddio se mi portano via soldi qualcuno li vada a pigliare, non mi si venga a fermare se di notte giro solo io, a Reggio Emilia. “Andate a pigliare i delinquenti”, l’ho detto all’uscita da una gelateria, ero in doppio fila, per qualche istante, davanti a una gelateria lenta, la migliore, di persone perbene. Multato. “Ci ha costretto, lei, quella sera, evidentemente era nervoso”.
Senza danneggiare nessuno, io posso fare quel che voglio a qualsiasi ora, mangiando un gelato e un pezzo di erbazzone, uno di gnocco e uno di pizza. O lasciando un messaggio whatsapp. Mettendo poi la sveglia alle 15 visto che non ho contratto e non ho niente di particolare o di concordato non scrivo una riga.
E le ironie le redazioni se le tengano per loro. Arrivo e scrivo, come tutti. O no? “Ma, però, la riunione, ma però, c’è bisogno di certezze”. Delle pene, ecco.
Denunciatemi all’ordine, all’autorità giudiziaria, negatemi l’accesso alla mixed zone, la parola in conferenza stampa. Non mi interessa. Congelate le collaborazioni, raffreddate, ironizzate, bannate. Ma quale ondata di odio. Io al massimo ho fatto squillare troppo spesso un telefonino aspettando un’intervista.
“Ma la privacy, il bonton, così è peggio. Troppe mail, troppa pressione, non si lavora così, ottieni l’effetto opposto. Una sola mail, sennò è uno stillicidio”.
Non è che siete voi, a non avere voglia di lavorare, per caso, no? Ah, no, gli orari, la scansione delle pagine, la consegna, la chiusura, il valore aggiunto, la scrittura, non ci capisce, troppa carne al fuoco. Non c’è titolo. Lasciamo perdere.
Continuiamo così, a rovesciare la realtà. Rovesciamo la realtà. Ma perchè non rovesciate la criminalità? Dei crimini contro l’umanità?