Questa è la prima edizione de Il Giornale, stampata solo e poi ridotta per lasciare spazio a un altro pezzo.
Vanni Zagnoli
Il volley femminile è meno prevedibile del maschile, l’umoralità muliebre incide parecchio sui risultati. L’Italia era da podio, se non da finale, nelle ultime tre olimpiadi, eppure è sempre uscita nei quarti, ieri però la pallavolo è ritornata matematica e l’Olanda di Giovanni Guidetti ha superato le azzurre facilmente, come agli Europei ospitati assieme al Belgio.
E’ il preolimpico di Ankara, oggi (18,30) si gioca la finale tra Olanda e Russia, mentre l’Italia (ore 15,30, Raisport) sfida la Turchia per il terzo posto. Se perde è fuori da Rio, se vince è rimandata al preolimpico di maggio, in Giappone, dove partirebbe probabilmente tra le favorite. Il sestetto di Bonitta è appena più forte delle turche, il fattore campo però inciderà di sicuro, soprattutto nei confronti delle giovanissime.
Alle olimpiadi, gli sport di squadra prevedono tornei brevi, al massimo di 16 giorni, l’Europa qualifica poche nazionali per far presenziare anche i continenti meno evoluti, per questo le qualificazioni sono tanto selettive.
Il basket rischia la 6^ assenza nelle ultime 8 (al femminile è stato presente solo 3 volte), il volley ce l’ha fatta al primo tentativo e da 40 anni è protagonista, al femminile però si è affacciato solo nel 2000.
Uno che meriterebbe di allenare l’Italdonne è il modenese Guidetti, per 3 volte sul podio con la Germania e vincitore di 10 trofei con i club, quasi tutti proprio in Turchia. Fa volare le olandesi, appena 6 volte su podi internazionali, più o meno come l’Italia. I Paesi Bassi si fanno raggiungere a quota 21 da Diouf, Guiggi però non passa e il set (25-23) è arancione per le difficoltà difensive in posto 4. Nel secondo, entra Ferretti in regia al posto di Orro, le orange si confermano più brave, oltrechè più avvenenti. Egonu sbaglia tanto, anche Del Core: 25-21. Bonitta ricorre ad Alessia Gennari e poi a Centoni, ma è tardi e finisce male: 25-19, con anche 8 punti di ritardo, e 3-0.
A cura di Alessandro Mazzarino