Vanni Zagnoli
Siamo ancora lì, aggrappati a Paola Egonu, 17enne nata a Cittadella da genitori nigeriani. Mette i punti decisivi nel tiebreak con il Belgio che tiene in vita l’Italia nel torneo di qualificazione alle olimpiadi. La padovana è pettinata come Valentina Diouf, per una sera vicina agli exploit del mondiale milanese, fanno sperare di passare alle semifinali di Ankara, ma oggi c’è un’altra sfida da vincere, contro la Polonia, capace di portare la Russia al quinto parziale. C’è come sempre la diretta su Raisport2 (dalle 18,30), nella speranza di raggiungere le semifinali e di agguantare un terzo posto che rimanderebbe all’altro torneo preolimpico, a maggio in Giappone.
Restano i dubbi, con un primo set perso di 9 punti, come una squadra materasso, dispiace perchè questa nazionale è in discesa libera, dal 2011 è salita su un podio internazionale solo 5 anni fa, con l’oro di coppa del mondo che proiettò a Londra ’12. La generazione di fenomene è lontana, Francesca Piccinini a 36 anni non fa più parte del progetto di Bonitta, in fondo era stata l’anello debole anche di quel mondiale italianissimo, meriterebbe però la 5^ olimpiade in sequenza, come la primatista di presenze Eleonora Lo Bianco, che entra ed esce. Stavolta è a casa, a vedere in tv la palleggiatrice Francesca Ferretti, 31enne reggiana alla prima grande manifestazione da titolarissima.
Carolina Costagrande è fuori, sarebbe utile almeno parttime, un po’ come Antonella Del Core, fermata da problemi cardiaci per Pechino 2008 e adesso veterana della compagnia assieme a Nadia Centoni. Ecco, mancano gli occhi spiritati di Centoni, opposto teoricamente potentissimo e da anni all’estero ma adesso timida. Ci vorrebbero i muri della mascolina Simona Gioli, a 38 anni in serie A a Flero (Brescia), ad Ankara Martina Guiggi mette 15 punti, bottino da opposto.
Chirichella non sta benissimo, Danesi è un’altra del club Italia, inteso come società sportiva, arrivato in A1 proprio per sfornare azzurre. Il progetto darà buoni frutti per Tokyo 2020, il problema è adesso. La Polonia non è più forte del Belgio (avanti anche per 2-1), ma servirà metterne dietro un’altra, per quel bronzo indispensabile ad avvicinarne uno vero, sempre sfuggito.