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Vanni Zagnoli
Torino
E’ stata la grande notte del volley, peccato sia tutto finito. Il mondiale dell’Italia termina con il 6° posto, neanche si arriva al tiebreak, con la Polonia, mentre la Russia aveva conquistato un punto, nell’altro girone di Torino, e così si piazza davanti agli azzurri.
La partita con i polacchi si poteva anche non giocare, non perchè il sestetto del belga Speraw fosse tanto migliore ma perchè è impossibile vincere davvero, sapendo di doverlo fare per 3-0 e con parziali larghi, al limite dei 60 punti totali.
Solo con nazionali di terzo piano, come Finlandia o Dominicana è possibile un’impresa del genere e comunque sarebbe stata difficilissima anche con loro, con l’obbligo di non andare oltre i 20 punti di media concessi, per set. Sul 3-4 si capisce subito che non può essere serata, l’Italia non vale il podio, questo si capiva già con l’Argentina e con la Slovenia, con la Russia e in quello sciagurato 0-3 subito della Serbia. Bartosz Kurek è tranquillo, piazza gli aces del 7-3, il secondo è anche fortunoso, Juantorena è lontano dai livelli di Trento, di quando era cubano.
E’ stato comunque un gran mondiale, una grande serata, da lucciconi, con l’inno cantato a cappella dal PalaAlpitour, modello Juve stadium o Grande Torino. Sono quelle emozioni, qua si doveva fare la storia, toccherà ad altri, alle 17 Brasile-Serbia, con i serbi non inferiori, e dalle 21,15 l’equilibratissima Polonia-Usa, con dirette su Rai2.
L’Italia è ferma a 13 anni fa, all’oro con Montali a Roma. “Con Mastrangelo nudo sul pennone”, rimarcava Daniele Mazzone, il miglior azzurro di queste 3 settimane indimenticabili. Era il diapason di uno sport che storicamente viene dietro il calcio e la f1, la motogp e il basket e magari anche altro. Beh, le emozioni sono state da Italia-Brasile di Spagna 1982, solo che è andata a rovescio. E Chicco non lo sa…
Chicco è Gianlorenzo Blengini, stratega di 4 podi, non del più importante. “L’attesa – raccontava – era comunque enorme”. Il ct è cresciuto qua vicino, è torinista, il sestetto ha nulla del tremendismo granata. Ci vorrebbe la sedia di Emiliano Mondonico, ecco, magari anche l’ex presidente Carlo Magri che si sarebbe piazzato dietro la panchina. Bruno Cattaneo ha inscenato la manifestazione dell’anno per la penisola, da Bari a Roma, da Firenze a Milano e Torino, con 9 milioni, contro i 5 della Bulgaria. La final 6 è consolante ma insufficiente.
Lo scambio più lungo vale l’8-10, l’Italia è già fuori ritmo, con quel percorso obbligato, serve un crollo impossibile dell’ex nazionale di Fefè De Giorgi, in prima fila in tribuna stampa. Festeggia la panchina biancorossa, non crediamo che la Serbia abbia regalato il 3-0 dell’altra sera, certo i polacchi azzannano l’Italia, per evitare il Brasile e ribatterlo, come 4 anni fa, ma in casa.
Là la pallavolo è religione, da noi lo sarà ancora un po’ grazie al mondiale femminile, al via in Giappone all’alba. E poi la supercoppa con le solite 4: “Speriamo di essere noi a interrompere il monopolio”, auspica Nikola Grbic, allenatore di Verona e Serbia. Ecco, occhio ai serbi. Domani notte, magari, sarà la loro notte. Non poteva essere la notte italiana. “Notti magiche, inseguendo un gol”. Qua si insegue un muro, la schiacciata, la parallela, la ricezione, si insegue la Polonia, impossibile da pigliare. Ah, perso 14-25 l’unico set che contava, l’Italia si tranquillizza e avanza (12-8), i polacchi cambiano completamente il sestetto, per riposare, solo per questo vinciamo la partita.
Da “Il Giornale”