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Firenze
L’Italia si è qualificata in fretta alla seconda fase del mondiale ospitato con la Bulgaria, deve però vincere anche domani sera, con la Slovenia, per mantenere il primato nel girone, giocare a Milano e non a Bologna, e garantirsi così anche l’ipoteca del passaggio alle final 6 di Torino. La partita con la Rep. Domenicana era scontata, ieri sera, memorabile giusto per i balletti della panchina caraibica, sulle note del Mandela Forum.
Con il Belgio il pathos era durato per un set, con l’Argentina è stato molto più complicato, il 3-1 è a tratti palpitante, come nella semifinale olimpica, quando l’Italia battè gli Usa. Gli azzurri sono più continui del Brasile, sconfitta dall’Olanda, mentre Cuba conferma la flessione di questo millennio. C’è lo spirito di Rio, manca la concentrazione assoluta. Quando Zaytsev non è in super serata, ci pensa Juantorena, ma la battuta float lo mette in difficoltà e sbaglia due ricezioni chiave. Il primo muro, sabato sera, è arrivato nel quarto set, Mazzone e Anzani comunque non sono male, nei primi tempi. Giannelli è una sicurezza, in regia, Lanza è il terzo bomber, all’ombra dello zar e del cubano. Blengini quasi rinuncia ai cambi, è significativo che il tiebreak sia stato evitato l’ace di Baranowicz, rimasto senza squadra, dopo la chiusura di Piacenza. Persino la Russia ha perso, con gli Usa. Ci fidiamo di Blengini, l’Italia può battere chiunque, tantopiù con il fattore campo. La difesa è buona, occorre più continuità al servizio.
Vanni Zagnoli
Da “Il Giornale”