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Vanni Zagnoli
Probabilmente ci sarà la 5^ olimpiade di fila per il volley femminile, a Rio aspettiamo anche la qualificazione della pallanuoto, per non essere sguarniti fra le donne, assenti nel basket dal ’96. L’Italia è rimandata a maggio, il tempo degli scrutini sarà in Giappone ma lì le azzurre partiranno favorite, assieme all’Olanda di Guidetti.
Ad Ankara c’è il tutto esaurito, con bandierine rosse ovunque, l’atmosfera non è però calcistica o cestistica, da guerra santa, da intimidazione, per fortuna il volley femminile non ha ultras, neanche in Turchia. Le azzurre conducono un set con personalità, sino al 19 pari, in banda subentra Alessia Gennari per dare fiato alla 17enne Egonu. Lì si pensa che le ottomane si involino, accade il contrario, con il ritorno della nigeriana, ma un mignolo sottorete nega il +3, evidenziato dal videochallenge. Egonu si fa murare, replica però Guiggi, che poi azzecca anche l’ace: 23-25. E’ un bell’avvio, imprevisto, considerato che venerdì la Turchia aveva strappato il primo set alla Russia, poi naturale finalista e pure qualificata per l’Olimpiade, grazie al 3-1 (25-21, 22-25, 25-19, 25-20) sui Paesi Bassi.
Il secondo parziale è delle rosse (25-19), ma il calo è previsto e tipico dell’altalena muliebre, in particolare di queste under 22. Il terzo è spesso decisivo, l’Italia recupera 4 punti di ritardo, l’ace di Egonu vale il 23 pari, arriva grazie al video, senza avremmo probabilmente perso il set e forse l’ultimo treno a cinque cerchi. Del Core mura, Egonu piazza un ace alla Zaytsev: 23-25.
Nel quarto, Guiggi è meno coinvolta, Danesi per il sestetto è acerba, nè il cambio in palleggio con Ferretti rovescia l’inerzia: 25-15. La tecnologia nella pallavolo evita ingiustizie sportive ma dilata a dismisura le emozioni, due ore e mezza di pathos fra timeout, cambi di campo e pause televisive. Al tiebreak il 4-1 inquieta, Bonitta insiste con 3-4 ragazzine multietniche più Guiggi (31 anni) e Del Core (36), arriva il 5 pari.
La tensione scende, il libero De Gennaro subisce un ace, la nuova parità arriva così a quota 9, con l’urlo di Antonella Del Core, una delle tre napoletane in campo. Il sorpasso è su schiacciata fuori, segnale di paura che paralizza le turche: 13-15 con il muro di Orro, la Giannelli al femminile; 2-3 e così il movimento respira. Brasile 2016 può significare un +10% globale, l’assenza un -15%.
A cura di Alessandro Mazzarino