Per Il Giornale, con un grazie a Elia Pagnoni
Oggi il presidente del Parma Manenti dovrebbe presentare al tribunale il piano di rientro dai 200 milioni lordi di debiti, in attesa dell’udienza fallimentare in programma il prossimo giovedì. Da quasi un mese e mezzo lavora per questo con il commercialista Galimberti e l’appoggio saltuario di Alborghetti, manager di cartiere Pigna, al punto da avere indotto il dg Leonardi alle dimissioni. Soprattutto, dovrebbe pagare due mesi di stipendi, per ora non ha messo un euro, alimentando solo la curiosità mondiale attorno alla vicenda.
Ieri ha risposto con un secco no all’ipotesi di vendere per mezzo milione la quota di Eventi Sportivi spa (proprietaria della maggioranza del club crociato) ad Alessandro Proto, che in passato aveva messo nel mirino Torino e Reggiana. Soprattutto, il manager milanese aveva patteggiato 3 anni e 10 mesi di pena e 4,5 milioni di multa dalla Consob, per false informazioni e manipolazione del mercato: annunciò un patto soci per l’acquisto del 2,8% del Corriere della Sera, poi la scalata a Mediaset, a Fiat, a Tod’s e all’Espresso. I due si sono incontrati lunedì e Proto aveva già millantato di essere dietro la nuova proprietà del Parma quando venne ceduto dall’albanese Taci. Intanto il comune emiliano presenta un esposto per truffa, a carico di ignoti.
Vanni Zagnoli