Il Giornale di Sicilia. Il presidente dell’Aic Tommasi giudica l’estate del calcio: “Le proprietà straniere, gli incidenti nelle amichevoli in campo e fuori; le scritte contro Romagnoli, l’idea delle seconde squadre”.

Damiano Tommasi, veronese, 40 anni, è presidente dell'Asso Calciatori
Damiano Tommasi, veronese, 40 anni, è presidente dell’assocalciatori

La versione integrale dell’intervista a Damiano Tommasi, uscita giovedì su Il Giornale di Sicilia.

Vanni Zagnoli

Arrivano capitali dall’estero nel calcio italiano. Ai presidenti Pallotta (Roma) e Thohir (Inter), si aggiunge mister Bee, thailandese al Milan. A Bari ci sono i russi, all’Ascoli l’italocanadese Bellini è ripescato in serie B dopo il fallimento.

Damiano Tommasi, da presidente dell’assocalciatori è favorevole?

“Dipende da dove e come arrivano i soldi e che intenzioni hanno per il calcio. Se il progetto è positivo, non ci sono preclusioni. Gli investitori stranieri sono sempre di più, è cambiato il business con i diritti tv. Per aumentare le risorse, il mondo del calcio cerca anche fuori dall’Italia, del resto quei capitali sono in tutti i maggiori campionati. Dipende dalla serietà degli obiettivi e dalle certezze di base”.

I forestieri dominano nelle proprietà inglesi, sono presenti anche in Francia e Spagna, meno in Germania.

“Il problema è chi dal calcio prende risorse e quelli non hanno nazionalità, le sottraggono al sistema. Al di là del momento economico sfavorevole, in Europa continua ad aumentare il fatturato e da noi ha inciso anche la divisione fra serie A e B. Si parla spesso di un fatturato certo, esistono le esposizioni dell’anno precedente, all’incirca si sa quanto entrerà, eppure al Parma è capitato di investire molto di più di quanto avesse”.

Il default crociato è iniziato con la mancata licenza Uefa, negata anche al Genoa…

“Serviva più enfasi per la vicenda rossoblù. Lottare un anno per l’obiettivo, raggiungerlo e poi vederlo sfumare così è deprimente. Rivediamo i parametri Uefa oppure i nostri”.

E poi ci sono le partite vendute e comprate.

“È inammissibile che le azioni illecite di 2-3 debba subire conseguenze pesantissime un intero spogliatoio. Serve la massima trasparenza sulla legittimità dell’ammissione delle squadre ai rispettivi campionati, in Lega Pro ne sono saltate 8. Inoltre ci sarà il blocco dei ripescaggi, a partire dalla stagione 2016-2017”.

I russi mantengono un buon Bari in serie B, con la presidenza Paparesta, mentre Koroblin ha fatto fallire il Venezia. Che ora riparte con gli americani.

“In qualsiasi attività, l’innesto di nuovi capitali è positivo se si sa da dove provengono e quali siano le intenzioni imprenditoriali. Molti stranieri approdarono da noi senza progetto tecnico, fecero toccata e fuga, magari godendosi qualche partita dalla tribuna, millantando risorse. Rammento investitori cinesi che addirittura volevano costruire il nuovo stadio dell’Inter…”.

Lei rilancia un’idea avanzata con convinzione anche da Pietro Leonardi, per 6 anni ad del Parma e adesso indagato per concorso in bancorotta fraudolenta.

“Beh, 3 stagioni fa eravamo d’accordo sulla panchina allungata, da da 7 uomini compreso il portiere a 12”.

“Per non mortificare professionisti finiti spesso in tribuna”, diceva Leonardi. Contestualmente propose l’idea delle seconde squadre, da inserire in campionati professionistici nazionali, per far maturare i giovani.

“Servono alle formazioni di serie A e sono da collocare in Lega Pro o in serie D. Per sistemarvi i giovani accanto a giocatori più esperti, perchè combattano per la salvezza o per la promozione”.

Non bastano i campionati primavera e Berretti?

“Non sono la stessa cosa. Il professionismo e l’esigenza di fare risultato portano esperienze e pressioni differenti. Molti ragazzi non vanno al di là qualche presenza in serie A o nelle coppe: per trovare spazio devono aspettare il termine della stagione o almeno la finestra di mercato di gennaio”.

Però innescerebbe un meccanismo complicato.

“Basterebbe seguire l’esperienza spagnola. Là partecipano a un campionato sempre inferiore a quello della prima squadra, dunque completano tutta la trafila e si fermano alla categoria appena inferiore. Per esempio, 4 anni fa il Villarreal retrocedette in B, la 2^ formazione era finita in terza serie e la 3^ in quarta”.

Nella Liga ci sono club che hanno altre due squadre, addirittura. Ma come imposterebbe la altre rose?

“Con un limite di età, di 23 anni. Nel nostro calcio manca proprio lo step successivo al campionato primavera. Quando un giovane non può più trovare spazio nel campionato giovanile, magari finisce con il perdersi, viene liquidato in fretta. La seconda squadra, invece, alzerebbe persino il livello della Lega Pro”.

Per la verità quest’anno venivano promosse in B appena 4 squadre su 60, le vincitrici dei 3 gironi più la prima dei playoff, dunque i posti buoni erano pochi…

“Però in quel campionato ci sono incentivi a impiegare giovani e allora esistono società che li schierano a prescindere: per ottenere contributi dalla Lega e non perchè sono bravi. La finalità non è lanciare per forza giovani, ma dare spazio a chi lo merita”.

Quando passerà il progetto dell’Aic, avallato anche dal consigliere federale Simone Perrotta?

“Abbiamo perso l’occasione in questa estate. C’erano 6 posti liberi in Lega Pro, per fallimenti o mancate iscrizioni, si doveva evitare di scendere a 54 club, offrendo la possibilità a squadre di serie A di allestire la 2^ formazione”.

Ma con quale criterio?

“Precedenza a chi ha la licenza Uefa, è impegnato su più fronti e risulta più strutturato, così da pescare in qualsiasi momento giocatori della squadra B, con un perfetto interscambio. Quando l’ex vicepresidente federale Demetrio Albertini aveva proposto di limitare le rose a 25, eravamo d’accordo, purchè fossero accompagnate dal progetto sportivo della Liga. In Spagna la numerazione è dall’1 al 25 non a caso… Le seconde squadre vanno dall’1 al 22, le terze hanno 19 elementi mentre le under 18 sono quantativamente libere”.

Ma il prestito a una squadra di serie D o Lega Pro non è la stessa cosa?

“No. E non si colgono le potenzialità della nostra proposta, perchè si alimenterebbe un mercato nuovo. Oggi il miglior giovane della Lega Pro mai viene acquistato dalla Juve, se invece fosse già nella sua seconda o terza squadra sarebbe il primo acquisto. Se il Real Madrid non avesse il Castilla, come 2^ squadra, mai avrebbe puntato su Antonio Rozzi, ex primavera della Lazio, due anni fa”.

Tommasi, chi approva la sua istanza?

“Le grandi, impegnate in Champions o in Europa league. Ma anche vari allenatori con cui ho parlato nei ritiri. E naturalmente il patron dell’Udinese Pozzo, che in questo decennio si è preso Granada in Spagna e il Watford in Inghilterra”.

Lotito, invece, è proprio padrone di due società: Lazio e Salernitana, distanziate ora da una sola categoria. All’Aic piacciono le multiproprietà?

“Basta guardare i dati, non c’è stata valorizzazione di giovani, nella società campana, nè giocatori scambiati. L’anno scorso i biancocelesti hanno impiegato un solo under 21 in tutto il campionato, nè a Salerno si fa formazione dei giovani. Lotito è un semplice imprenditore, su due piazze diverse, l’importante è che i club non siano nella stessa categoria, qui poi i granata mi paiono da salvezza, in B. La seconda proprietà di per sè non è un problema. Il punto è che chi la detiene, non ha in testa un progetto sportivo, solo business. E allora osteggia il discorso delle seconde squadre, perchè quelle servirebbero per la valorizzazione dei giovani”.

Dal 31 agosto, ogni squadra di serie A deve limitarsi a 25 giocatori sopra i 21 anni. Non c’è limite, invece, ai giovani.

“E’ una norma illegittima, che abbiamo contrastato arrivando sino al Coni, perchè esistono contratti pluriennali che finiscono in discussione, magari dopo l’uscita dall’Europa o al primo turno di coppa Italia. Così un dipendente viene emarginato… La novità era per contenere i costi, invece si va a caccia nei campionati esteri di under 21 liberi ma esperti, penalizzando chi si è formato in Italia, dunque mancherà l’auspicato beneficio per la nazionale”.

E’ stata anche l’estate degli incidenti nelle amichevoli…

“A margine di Bologna-Spezia e poi la sospensione di Galatasaray-Udinese in Austria, per i fumogeni lanciati dai turchi. A me preoccupa ancora di più lo stop a Cagliari-Bastia per le discussioni avvenute in campo: bisognerebbe evitare, sempre; anche i calciatori devono fare la loro parte, nel sistema”.

E poi le scritte ad Anzio, sotto casa dei genitori di Romagnoli. “Come Zanardi” e “Laziale, presto il tuo funerale”.

“Sintenizzano il pensiero di una parte di ultras. Non accettano che un 20enne di talento prosegua altrove la professione”.

vzag

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