Il Giornale di Sicilia. Ivano Sorrentino racconta il fratello Stefano: “E’ da nazionale: il piccolo club pensa solo ai propri interessi, l’ha sempre penalizzato”.

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Ivano Sorrentino

La versione un po’ più completa del’intervista al fratello di Sorrentino, uscita giovedì su Il Giornale di Sicilia.

Vanni Zagnoli

Il fratello di Stefano Sorrentino è professionista fra i dilettanti, ha girato l’Italia e spesso non l’hanno pagato. Adesso è in Svizzera, nell’Ascona.

“Facciamo allenamento alle 17 – racconta Ivano, 33 anni -, perchè alcuni ragazzi lavorano. Siamo in 4^ lega, equivalente della Lega Pro italiana. Firmiamo il tesseramento ma non un contratto da professionista, non ci pagano 12 mesi”.

La sua storia è partita dalla Juve, in Champions league, nel 2002. “C’era Lippi allenatore, eravamo a Kiev e avevo 19 anni: fu la mia unica panchina con la prima squadra. Con la Primavera di Gasperini feci 20 gol, come attaccante esterno, arrivammo in semifinale scudetto, eliminati dal Lecce di Vucinic, Giacomazzi e Bojinov”.

Piaceva al palermitano Beppe Furino.

“E anche al responsabile del settore giovanile dell’epoca, Pietro Leonardi. Poi al Carpenedolo ebbi come presidente Ghirardi: mi ha sorpreso vedere entrambi inguaiati con il Parma”.

E’ stato nel Pizzighettone, all’Avellino in B ma da infortunato, e poi Ivrea e Biellese. “L’unica volta che ho giocato in C1 era alla Massese, con Angelo Alessio, vice di Conte, anche alla Juve. Era al debutto da allenatore, è una persona eccezionale, troppo buona, per questo mondo”.

Quindi una decina di società, in serie D. “Ero finito anche in Promozione, sempre nel Torinese. Finchè c’è stata questa opportunità in Svizzera, con Maurizio Ganz allenatore e Marco Torelli preparatore atletico: a Palermo curava Hernandez. Siamo quarti a 6 punti dal Bellinzona ma con una partita in meno: ho segnato 7 gol”

Papà Roberto 60 anni, è stato portiere anche del Catania, in serie A. “Da due settimane allena in Eccellenza, il Gaffino San Raffaele, sempre nel Torinese. Mamma Rosa Ingravalle, 57 anni, ci ha dato una sorella, Roberta, 24 anni, al momento disoccupata”.

E’ mai sceso al Barbera a seguire capitan Stefano? “Mi manca. Ero stato spesso a Verona, quando giocava nel Chievo, ma non in Grecia, quando disputò la Champions league, con l’Aek Atene, nè in Spagna. Peraltro siamo legatissimi e anche lunedì eravamo tutti insieme a Torino, con le bambine dell’ex moglie Antonella, ovvero Carlotta, Matilda e Maria Vittoria. Ne ha avuta una quarta, Sara, da Viola, la nuova compagna”.

Pregi e difetti? “Entrambi siamo un po’ permalosi, lui è pure testardo. E’ molto buono, altruista, magari si circonda di invidiosi, che vorrebbero stare al suo posto. In ritiro condivide la stanza con il vice Simone Colombi, è molto amico di Roberto Vitiello”.

E’ seguito dal procuratore Federico Pastorello, mai è arrivato in nazionale. “Ha giocato sempre in piccole squadre, che hanno l’interesse a che faccia bene nel club, anzichè raggiunga l’azzurro. Da almeno 7-8 anni è uno dei portieri più forti al mondo. La chiamata sarebbe la ciliegina sulla torta, per una carriera che avrebbe potuto essere stellare”.

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