L’integralità della pagina uscita a ferragosto su Il Giornale di Sicilia, in cultura.
Esiste una cultura parallela e imperante, in Italia, fatta dai blogger. Gente sulla quarantina, che nel tempo si è fatta un nome grazie anche alla televisione e sul web spopola letteralmente. Gli ingredienti sono semplici: dire la propria sui temi di attualità e presa popolare, prendere una posizione populista e magari andare controcorrente, poi rilanciare continuamente il dibattito. Spostarsi di qualche grado, cambiare angolazione, con l’intento di fare semplicemente discutere. Il contenuto diventa quasi un dettaglio, tutta l’attenzione è sul tenere alto l’interesse del racconto, alimentandolo il più possibile. Seriamente sorridendo. Menare il can per l’aia, si diceva una volta, ma i blogger sono speciali per questo, rendono memorabile la banalità.
Dividono, perlomeno, e per tanti ammiratori hanno altrettanti denigratori. Chi li segue li ama a prescindere, chi li detesta è soprattutto invidioso e il mix è un’altalena totale fra invidia e ammirazione.
Dunque, la numero uno del Belpaese è la bellissima Selvaggia Lucarelli, con 631mila seguaci, su facebook (tiratura da vecchio Corriere della Sera) e 317mila follower su twitter e 117mila su instagram. Negli ultimi mesi pubblica spesso le foto del figlio Leon, regolarmente coinvolto nei testi.
Fra gli uomini spicca Andrea Scanzi, altra firma de Il fatto quotidiano, con 240mila seguaci su facebook. Per i denigratori i due sono tuttologi irritanti, sociologi da strapazzo, nuovi mostri (per usare il termine della rubrica di Striscia La notizia, su Canale5) creati dai social networks e dalla tv, con la parolina giusta sempre al momento giusto e naturalmente tanta faccia tosta. Sono artisti della parola e le considerano tutte, pur di portare attenzione su di sè, al proprio personaggio.
Quando il giornalismo e la tv erano una cosa seria, figure del genere erano lontanissime, oggi è il quoziente di comicità diffusa a fare la differenza, con filosofi e sociologi che straperdono il confronto di fronte ai ricercatissimi della tv e di internet, fra scrittura arabescata e sex appeal. Selvaggia commenai la tv e gli spettacoli, ma sempre più spesso anche la politica, valorizzata negli anni di Libero. Scanzi si occupava di motociclismo per La Stampa, la scorsa stagione era ospite fisso a Tiki Taka, la trasmissione calcistica di Italia1, pur senza essere esperto di pallone e allora è perfettamente a suo agio su Il Fatto, dove lo sport è interpretato come costume e un calcio ai soldi, più che come fatto tecnico.
In fondo è inesperto di pallone anche Giuseppe Cruciani, tifoso laziale e conduttore de La Zanzara, con David Parenzo, su radio 24, con propaggini televisive e il ruolo di provocatore a Controcampo. Tutti lì, incollati ad aspettare la provocazione, come il colpo di tacco in una partita vera. Cruciani ha 13mila seguaci su facebook.
Negli ultimi mesi è letteralmente esploso Fabrizio Biasin, capo della redazione sportiva di Libero, ma nella rubrica su Tuttomercatoweb.com. Le sue articolesse, si diceva una volta, raggiungono i 250mila click, romanzano lo sport, diventano cazzeggio allo stato puro, se ci passate il termine, con racconti più avviluppanti dei testi di un comico medio. Serve fantasia, sempre, a prescindere, per alimentare la curiosità e far trascorrere 10’ di divertissment, come lo scacciapensieri della tv anni ’70.
Categoria a parte sono le blogger enogastronomiche, capeggiate da Chiara Maci, 314mila affezionati su facebook, e le numerosissime fashion blogger, con Chiara Biasi a quota 185mila. Le signore catturano il pubblico femminile e ne ispirano le scelte, personali e familiari, ma in maniera meno estrosa.
Vanni Zagnoli