Vanni Zagnoli
Parma
Il Parma si accinge a retrocedere ma a salvare il titolo sportivo: può farcela, a ripartire dalla serie B, nonostante il fallimento. Perchè federazione, Lega e assocalciatori si prodigano per evitare che riparta dalla serie D la società delle 8 coppe in 10 anni, tra il 1992 e il 2002.
A maggio andrà all’asta con un prezzo che potrebbe oscillare fra i 20 e i 6 milioni di euro, ma il compratore incasserebbe subito il “paracadute” riservato alle società retrocesse, ovvero una decina di milioni. La conferma è arrivata in Lega, nell’incontro tra il curatore fallimentare Alberto Guiotto, il consulente Demetrio Albertini e il direttore generale della Lega serie A Marco Brunelli. Il paracadute sarebbe erogato se la società riuscisse a iscriversi appunto in B, ma insomma pagando 6 milioni, alla quarta asta, poi ne arriverebbero 10, per una ripartenza “assistita”.
In Lega è stata analizzata la situazione debitoria e anche “l’efficacia delle cessioni di crediti effettuata in passato dagli amministratori della società”. Ovvero i diritti televisivi, gli sponsor, tutta la voce degli attivi anche potenziali, riguardanti le comproprietà dei 130 calciatori. Nel comitato creditori del Parma c’è anche il capitano Alessandro Lucarelli, che sta persuadendo tutti ad accettare i tagli necessari agli stipendi, per abbassare il debito sportivo: “In questi mesi ho fatto più il sindacalista che il calciatore – spiega -. Ci accontenteremo di meno del 50% delle spettanze”.
Il Parma dunque cerca di imitare il cammino di Bari, Ascoli e non tante altre società, fallite durante la stagione e mantenute nel campionato di pertinenza, senza perdere una sequenza di categorie in una volta, come accadde anche a tutti i club siciliani falliti, nella storia.
Ieri il tribunale di Parma ha dichiarato il fallimento anche della Eventi sportivi spa, la società di proprietà di Giampietro Manenti, che deteneva il 90% del capitale sociale del Parma. Era la controllante della società sportiva, acquistata dal gruppo Taci, che l’aveva ereditata dalla famiglia Ghirardi. Anche qui è stato un nominato curatore fallimentare, Vincenzo Piazza, e c’è la speranza di unificare il procedimento con il fallimento del Parma. “Lo stato di insolvenza appare conclamato e irreversibile – si legge nelle note del tribunale -, con una situazione debitoria complessiva di 63 milioni e 786mila euro, secondo il bilancio al 30 giugno 2014, a fronte di un attivo patrimoniale di 12 milioni”.
E’ stata respinta la richiesta dell’avvocato di Manenti, Antonio Palmieridi, di incompetenza territoriale. Il legale chiedeva di trasferire il processo a Brescia, dove ha sede la Eventi Sportivi spa, ma l’attività amministrativa e direttiva dell’impresa è in effetti a Parma.
vzagn