Da Il Giornale di Sicilia, la versione integrale dell’intervista a Totò Di Gaudio.
Carpi (Modena)
Ancora la rosa per la serie A è da definire, certamente il Carpi vuole aprirvi un ciclo modello Sassuolo e allora riparte dai migliori, dalle bandiere. Dunque da Poli, Pasciuti (premiato come il gentleman della serie B) e Totò Di Gaudio, qui dal 2010, quando il Carpi era in Seconda divisione: in fondo 6 anni fa era in D e nel 2000 addirittura in Eccellenza, categoria regionale.
Il palermitano Gaudio è uno dei trascinatori carpigiani, l’unico siciliano del gruppo: “Mi sono sposato a giugno di un anno fa – racconta al Giornale di Sicilia, sul palco della festa per la promozione, con il premio consegnato dal presidente di Lega Andrea Abodi -, dedico la promozione a mia moglie Maria: aspetta pure un bambino, si chiamerà Emanuel”.
Di Gaudio ha una simpatia per il Palermo, che si è salvato brillantemente soprattutto grazie agli argentini Dybala e Vasquez.
“Sono fenomeni, hanno mostrato quest’anno di valere altri palcoscenici e allora giustamente Paulo Dybala va alla Juve. Il Palermo comunque è una grandissima squadra e ha disputato un campionato eccellente”.
Sul piano tecnico, Totò ha un beniamino. “Frank Ribery. Cerco di puntare l’uomo, in fascia, come fa il francese del Bayern Monaco, vicecampione del mondo nel 2006”.
Ha il contratto sino al 2017. “Per cui non ho bisogno di rinnovarlo”.
E’ seguito da Manuel Montipò, procuratore anche di Luca Toni.
“Peraltro è stato il miglior campionato della mia carriera, con 8 gol e 3 assist, con poche panchine, a inizio stagione. Merito anche dell’allenatore Fabrizio Castori, che ci ha inculcato la mentalità vincente, sacrificio e umiltà. Di fatto abbiamo stracciato il campionato, significa che siamo anche ottimi calciatori”.
Antonio Di Gaudio ha un grande amico, in rosa: “Roberto Inglese. Vedrete, sarà il nuovo Cavani. Stando in tema di Palermo…”.
Già sul palco della festa in piazza, per la promozione, un mese fa, Di Gaudio chiudendo gli occhi provava a pensare a Carpi-Juve.
“E’ una cosa impressionante, neanche saprei immaginarla. E’ il sogno che avevo da bambino, arrivare in serie A e incontrare quei campioni”.
E’ anche solo per storie così che il Carpi merita la serie A. Era al secondo campionato di serie B, in 105 anni di storia. E Di Gaudio a 26 anni trova la consacrazione. Del resto ha trovato fortuna nel Modenese, perchè nel 2008 arrivò a Castelfranco Emilia (alla Virtus, in serie D), dopo tre stagioni il passaggio al Carpi.
Era cresciuto nell’us Ribolla, con l’allenatore Salvatore Zammitti, ora alla guida dei giovanissimi nazionali del Palermo. “In rosanero giocai proprio nei giovanissimi: c’erano Samuele Romeo, adesso alla Juve Stabia, Terranova (in A nel Sassuolo, ma infortunato), Davis Curiale ora al Trapani e Cossentino, all’Aversa Normanna. Non mi riconfermarono perchè dicevano che fossi troppo piccolo, a quel punto tornai nella squadra di Totò Schillaci”.
E adesso prepara la serie A, alla stessa età di quando si rivelò il bomber azzurro di Italia ’90.
Vanni Zagnoli