Vanni Zagnoli
C’è anche il Napoli per lo scudetto, è lì, a 3 punti dall’Inter. Gioca onestamente molto meglio ma sa pure vincere per 1-0, gli era capitato anche a Verona, contro il Chievo. Fanno 15 risultati utili di fila, coppe comprese, ha perso solo la prima di campionato, a Reggio con il Sassuolo e da allora ha quasi sempre convinto. Con l’Udinese la prestazione è da 6,5, con momenti di bel calcio.
Prima della partita, l’istantanea più suggestiva, con il capitano Maggio a premiare i bambini vincitori del torneo interparrocchiale, assieme al cardinal Sepe. Il Napoli inizialmente fatica perchè Lodi va a pressare alto su Jorginho, tessitore di gioco più convincente rispetto a Valdifiori, uomo di fiducia di Sarri impiegato ora in Europa league. Gli azzurri attaccano preferibilmente a destra, con l’albanese Hysaj (il padre arrivò in Italia su un barcone, quando il difensore aveva 15 anni), Allan e
e Callejon. Lì Felipe è in difficoltà, al rientro a Udine dopo 5 anni e 6 trasferimenti: era finito anche all’Inter ma grazie al fallimento del Parma e non è più molto ricercato. Hamsik non è in serata perchè Badu lo controlla costantemente, però girano Higuain e Callejon, sui quali chiude Karnezis. In quelle due uscite si capisce perchè Scuffet e Brkic siano stati accantonati a favore del portiere greco. Piace soprattutto il centravanti argentino, perchè dapprima si gira all’improvviso sfiorando il palo e poi fa da assistman. Insigne sparisce un po’ dalla partita, finchè costringe Wague all’ammonizione. C’è Danilo a provare a chiudere, la retroguardia friulana fa acqua, l’assedio è reiterato, come Juve-Udinese alla prima giornata, quando i bianconeri di Pozzo vincero a Torino, illudendosi di essere forti. Comunque si sono ripresi, Colantuono aveva rischiato l’esonero dopo il tris subito al Friuli con il Milan, non dovrebbe avere problemi a salvarsi, al di là del punto di margine sul Frosinone. “L’atteggiamento è stato ottimo – spiega il tecnico dell’Udinese -, accettando gli uno contro uno del Napoli è normale soffrire. E’ mancata precisione nell’ultimo passaggio”.
Il secondo tempo inizia con le triangolazioni napoletane palla a terra, rintuzzate dai friulani, nonostante Edenilson fatichi a contenere. L’argine crolla dopo 53’, quando Iturra perde palla sulla trequarti, Jorginho lancia Higuain, Wague è fuori posizione e Widmer non può chiudere, così il diagonale del Pipita vale il 9° gol in campionato, torna capocannoniere con Eder. In campionato, è alla 7^ partita consecutiva al San Paolo in cui va a segno (il record è di Maradona, 8), ha infilato ben 17 avversarie e raggiunge le 200 reti da professionista nei club: solo tre, ma prestigiosissimi, River Plate, Real Madrid e Napoli. “Abbiamo creato tantissimo – conferma -, il prossimo obiettivo è lo scudetto, ci speriamo”.
L’Udinese è insidiosa su calcio piazzato, Lodi dall’angolo per Widmer, Reina effettua l’unico intervento determinante. E’ sempre un piacere vedere il Napoli aprire il gioco sulle fasce, in contropiede e anche in azione manovrata, la difesa però rischia qualcosa restando sempre molto alta. Il ritmo scende un po’ negli ultimi minuti, facendo preoccupare l’allenatore sempre in tuta, che sino al 2000 lavorava in banca. Sarri ordina il possesso palla e leva Higuain per Gabbiadini. Aveva già inserito Mertens, al posto di Insigne, il più sostituito della serie A e per una sera in ombra. L’Udinese non ha più la forza per essere pericolosa, è dignitoso il 40% di possesso palla contro un’avversaria del genere. Il problema è in avanti: Thereau non si vede, Aguirre è sgraziato. Serviva Di Natale, che tuttavia ha saltato 5 delle ultime 6 gare al San Paolo. “Un affaticamento muscolare – chiosa Colantuono -, non è mal di Napoli”.
