Reggio Emilia
Abbiamo provato anche noi l’ebbrezza dell’orologio affidato alla sestina arbitrale per applicare la goal line technology.
Quando la palla varca la porta, passa un secondo e arriva la scritta “goal”. Soprattutto, il polso vibra. In maniera evidente, proprio, come se fosse una piccola scossa.
La simulazione è stata effettuata nel pomeriggio di ieri al Mapei stadium, aspettando il derby del triangolare Tim.
“Il margine di errore – spiegano gli inglesi dell’hawk-eye, forti del contratto triennale appena firmato con la Lega di serie A – è di appena un centimetro e mezzo”.
Così l’Italia raggiunge Inghilterra e Germania, che hanno già applicato questa tecnologia nei campionati principali. Gli inventori appartengono al gruppo Sony, mantengono il segreto sui costi (ogni anno comunque la Lega spenderà complessivamente 2 milioni e 2mila euro) e anche sul numero frame che portano all’incrocio di dati fra le 7 telecamere coinvolte.
“E gli arbitri di porta restano – sottolinea il designatore Domenico Messina -, possono dedicarsi al controllo di quanto avviene in area, disinteressandosi della linea di porta. In fondo l’80% delle decisioni arbitrali è preso in maniera collegiale.
L’anno scorso abbiamo sbagliato 3-4 valutazioni su gol fantasma, ora vorremmo diminuire la percentuale sul resto degli errori”.
Vanni Zagnoli