Il Giornale. A Portomaggiore (Ferrara), l’esplosione in un poligono di tiro: gas letale per tre vittime (una aveva 47 anni), intossicate. Un testimone: “Un tiratore spara, arriva una fiammata, faccio aprire il box e si scatena l’inferno”. I precedenti di Pordenone e Pistoia, 8 anni fa

L'intervento sul posto dei Vigili del Fuoco. Sullo sfondo, il tetto del poligono parzialmente crollato
L’intervento dei vigili del fuoco. Sullo sfondo, il tetto del poligono parzialmente crollato

http://www.ilgiornale.it/news/politica/esplosione-poligono-tiro-tre-vittime-1211886.html

Vanni Zagnoli

Ferrara

E’ successo spesso, con caldaie difettose che trasformano una stanza in camera a gas, con splosione e vittime. Ieri è accaduto in un poligono tiro privato, a Portomaggiore, nel Ferrarese.

Forse un problema all’impianto elettrico porta alla saturazione di gas nell’ambiente, la deflagrazione provoca tre vittime e tre ustionati, poi il solaio crolla e ferisce due vigili del fuoco, tutti e 5 comunque vengono dimessi dall’ospedale.

In via Cattaneo, al secondo piano di un capannone di 400 mq, alle 9 e mezza ci sono 9 tiratori. I gas prodotti dalle esplosioni delle armi si accumulano e diventano letali, è possibile che la deflagrazione sia originata dal mancato rispetto dell’attesa, poichè il sistema di aerazione ha i suoi tempi, di espulsione dei gas. L’allarme non suona, in 6 scappano per il fumo, gli altri muoiono intossicati.

Uno dei tiratori, al piano terra, spara, mi arriva contro una fiammata – spiega un iscritto, Mauro Castaldini, abitante vicino alla struttura -. La palla di fuoco viene dalla sagoma-bersaglio, avanza molto rapidamente: grido e mi aprono il box. Poi si scatena l’inferno. Già in un poligono di Lugo (Ravenna) presero fuoco le polveri a terra, prodotte dagli spari. Al piano superiore una porta di sicurezza viene azionata da un comando elettrico del pianterreno magari non si è aperta e chi era al primo piano è rimasto bloccato”.

All’appello mancano tre persone”, conferma il sindaco Minarelli. A ieri sera, era impossibile entrare per il forte pericolo di crollo, oggi penetreranno i carabinieri, a cercare i corpi dei dispersi. “Servono con un braccio e una pinza – spiega l’ispettore Guzzinati, dei pompieri -, per abbattere le capriate pericolanti del tetto. Intanto abbiamo spento i focolai”. Sono escluse cause dolose: “Di certo non c’è stata alimentazione esterna di gas”, chiarisce il maggiore Rapino, dei carabinieri.

La gestione dell’impianto è dell’Asd, associazione sportiva dilettantistica, avviata due anni fa da figlio e padre, Fabio e Stefano Ghesini, appassionati di caccia. Il poligono è in un capannone giallo, ex cella frigorifera del macello comunale: divenne pasticceria, poi un laboratorio di riparazione di computer, gestito da Fabio Ghesini, sino alla conversione del 2013. Attorno ci sono abitazioni, una è costruita a parete, intanto la donna che ci vive l’ha abbandonata, facendosi ospitare da parenti.

Al pianterreno, due linee di tiro corto, per pistole, sono in funzione da due anni, l’inaugurazione delle 4 al piano superiore è recente, indotta da 250 appassionati. Del capannone resta solo l’involucro, il tetto è crollato in tutti i travetti, sono rimasti solo gli architravi semicurvi.

L’esplosione ha due precedenti, del 2008. A Pordenone si verificarono un decesso (due mesi dopo l’esplosione) e 4 feriti, che si stavano allenando nel poligono: lo scoppio avvenne all’interno della galleria di tiro e fu causato dalla saturazione di gas. A Pistoia, sempre 8 anni fa, un tiratore morì nel tsn (tiro a segno nazionale), nel rogo su una delle 4 linee per carabina da 100 metri, alimentato dal materiale di rivestimento delle pareti: la polvere da sparo si era accumulata sulle pareti, fu incendiata dalla scintilla provocata da un colpo. E forse è andata così anche in Emilia.

A cura di Alessandro Mazzarino

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