Bari
Gli uomini non sono inferiori alle donne, arrivano a Tokyo con un 3-0 portentoso. La Serbia resta a 16 e due volte a 19, seppellita da muri ed aces, difese e contrattacchi.
L’avvio entusiasma i 5400 del palaFlorio, sul 5-1 Vlade Grbic chiama timeout. Blengini sceglie l’esperienza, Anzani e Piano, Antonov in banda al posto di Lanza. Il padovano Balaso è preferito a Colaci, fra i migliori al mondiale, come libero. L’8-2 è sorprendente, considerata l’imbarcata nella final six mondiale, a Torino, il muro irretisce i rossi. Podrascanin è in panchina, Lisinac con Krsmanovic al centro incide poco, Kovacevic attacca raramente, rispetto al coinvolgimento che ha a Trento, mette solo il 12-7. Zaytsev e Juantorena sono in palla, lo zar passa anche con il muro a tre. Jokovic carica i serbi, non entra però il loro servizio, a differenza di quella maledetta serata iridata. Dalla grinta di Giannelli a muro si capisce quanto sia attesa la riscossa dagli azzurri. Entra Colaci e quando Atanasijevic lancia fuorissimo due palloni, il set si chiude in anticipo. Il secondo è più equilibrato ma sempre a prevalenza della nostra nazionale. L’ace di Zaytsev dà il 16-13, una difesa acrobatica di Colaci mantiene il vantaggio. Il muro sporca ogni attacco, manca solo il contrattacco di Juantorena per portare il +4. Sono fondamentali la pipe e un tocco di Antonov, russo abitante a Loreggio, nel Padovano, mai a questi livelli in gara azzurra fondamentale. Jokovic va in confusione sulla battuta dello zar, è un altro segnale di resa, bissato dall’ace. Aveva ragione Blengini, l’altra sera: «Ricordate le serie al servizio di Ivan, a Rio». Da non credere il +6 del secondo set, con superiorità in ricezione e in attacco. «Oi vita, oi vita mia», intonano i pugliesi, in un palazzetto bollente. Anzani azzecca il muro in avvio di terzo, Petric (che giocherà a Milano) è utile per allungare il match. Bata Atanasijevic in panca sintetizza le difficoltà della quarta del mondiale, avanti 6-8 per due nostri errori. Juantorena recupera subito, è stato l’mvp delle finali di Champions a Berlino, rispetto a Torino è trasformato. Rientra Atanasijevic e provoca il pubblico dopo un ace, si affaccia Lanza e l’Italia spezza la sua serie. I muri di Piano e Anzani danno il break definitivo, sul 20-17.
Si qualificano per il Giappone anche Russia (3-0 all’Iran), Usa (3-1 in Olanda, sul ct parmigiano Piazza), Polonia (3-0 sulla Slovenia del maceratese Giuliani), l’Argentina (3-2 in Cina) e il Brasile, che recupera due set in Bulgaria.
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”