Vanni Zagnoli
Fidanzatissime d’Italia. Dall’inizio del millennio, la pallavolo femminile è sempre presente alle olimpiadi, allieta il Paese non solo per l’avvenenza. Dunque, le azzurre passano ad Ankara sulla Turchia, contro pronostico, avevano rischiato l’eliminazione con il Belgio e la Polonia, è di nuovo il tiebreak a farle sorridere. Come nel tennis, il successo arriva a questa sorta di supplementari, il sestetto di Marco Bonitta sa vincere solo così, diversamente straperde, con il set strappato alla Russia e nessuno all’Olanda. Che ci farà compagnia a maggio, nell’altro torneo a 8, in Giappone però le due europee sono largamente favorite, attraverso la cruna dell’ago c’era solo questo passaggio sul Bosforo.
A Rio ’16 favorita per il podio sarà la Serbia vincitrice di coppa del mondo (come l’Italia 5 anni fa, ma la scorsa estate non avevamo diritto a partecipare), assieme alla Russia. Restano a casa un buon Belgio, la Germania che con il modenese Guidetti era andata a podio europeo, la Polonia sempre coricea e la Croazia in ribasso.
La nazionale di pallavolo femminile probabilmente ci sarà, aspettando il setterosa, presente da 3 edizioni, mentre il basket è fermo a 3 partecipazioni e manca da 20 anni. E chissà quando arriverà il debutto a cinque cerchi in gonnella di calcio, hockey prato e pallamano. Sottorete abbiamo una bella banda di ragazzine, a tratti orchestra.
Ieri l’impatto ambientale è stato eccellente, di fronte a bandierine rosse, il primo set è nostro sino al 19 pari. Lì si aspetta l’uppercut ottomano, scongiurata anche dal rientro di Paola Egonu, nigeriana di Cittadella. Valgono il set i 31 anni di Martina Guiggi (13 punti globali), in opposizione e al servizio, con Chirichella da centellinare e Arrighetti alla prima esclusione da un decennio, in una manifestazione chiave: manca la giugulare gonfia della centrale, rientrata ieri a Conegliano, dopo due mesi di infortunio; si era rivelata a Padova, Cavazzale e Vicenza.
Il secondo set si colora di rosso, con il calo anche mentale tipico delle under 22. Il terzo è spesso decisivo, anche in coppa Davis, l’Italia recupera 4 punti e viene premiata dal videochallenge, sul servizio di Egonu in campo per millimetri. Il replay dilata le emozioni (questo 3° posto preolimpico due ore e mezza), ma autografa la regolarità, poichè l’occhio umano è fallace. Sul 23 pari, la 35enne Del Core mura, poi Egonu piazza l’ace, con una sequenza alla Ivan Zaytsev e firmerà 23 punti.
Nel quarto parziale, Anna Danesi non è incisiva, nè è produttivo il cambio con l’alzatrice Ferretti. I 10 punti di svantaggio non spaventano, nei set compromessi Bonitta abbassa l’attenzione di proposito, ma pure il 4-1 del 5° preoccupa. Il ct romagnolo resiste con 3-4 ragazzine multietniche del o ex club Italia, arriva il 5 pari ma poi il -2, sulla ricezione sbagliata da Monica De Gennaro, tigre del Conegliano, napoletana come Chirichella (5) e Del Core. E’ la capitana (12) a urlare il 9 pari, mentre il sorpasso è su schiacciata fuori.
La paura intontisce le turche, così Alessia Orro stampa il muro dell’apoteosi. E’ la versione muliebre di Simone Giannelli, sono registi olimpici di 17 e 19 anni. Per il movimento, Brasile 2016 può significare un +10% globale, ci siamo quasi.
Turchia-Italia 2-3: 23-25, 25-19, 23-25, 25-15, 13-15;
Russia-Olanda 3-1: 25-21, 22-25, 25-19, 25-20.
Classifica: 1. Russia (qual.); 2. Olanda; 3. Italia (al preolimpico); 4. Turchia.
A cura di Alessandro Mazzarino