Vanni Zagnoli
L’ultimo schiaffo di Valentino Rossi a Jorge Lorenzo è la mancata partecipazione al gala di Valencia. Ha preferito andare a cena con la fidanzata Linda e un gruppetto di amici, facendosi rappresentare dal direttore di Yamaha Racing Massimo Meregalli, che ha ritirato il premio di vicecampione del mondo da Vito Ippolito, presidente della Fmi.
Le accuse di Vale a Marc Marquez di avere coperto le spalle a Lorenzo hanno colpito anche i tifosi spagnoli. Il quotidiano sportivo As ha indetto un sondaggio, secondo il 51,2% Marquez ha aiutato il connazionale, ma poi in un titolo parla di “rabbia infantile” di Rossi. Per Abc, “sporca il titolo di Lorenzo, attaccando Marquez”. E Marca in prima pagina lo definisce “Un mito nel fango”.
Valentino ha il contratto con la Yamaha per un altro anno, al pari di Lorenzo, però deve ricostruire il rapporto. In fondo i top team sono pochi, alla Honda troverebbe Marquez, che gli ha fatto perdere il 10° mondiale perchè un giorno vorrebbe battere il suo record (a 22 anni ne ha già conquistati 4), mentre alla Ducati è già stato per due stagioni, le peggiori della carriera. Lorenzo prova a fumare il calumet della pace: “Valentino l’ha presa così male perché si rende conto che questa probabilmente era la sua ultima chance di vincere il 10° Mondiale”. E il direttore della Yamaha Lin Jarvisg garantisce: “La squadra non cambierà”. Il vicepresidente della Honda Nakamoto lo invita a rivalutare il discorso nel tempo: “Quando le acque si saranno calmate, accetterà che la gara di Valencia sia stata il degno finale di una stagione stupenda”. “Doveva essere squalificato anche Marquez”, sostiene l’ex presidente della Ferrari Luca di Montezemolo. E’ stato antisportivo ma non c’erano gli estremi per la squalifica. “Non siamo squadre di calcio – osserva giustamente Danilo Petrucci, ternano della Ducati Pramac -, dovremmo correre ognuno per sé”.
Intrigante il consiglio che arriva a Valentino dall’ex ct Lippi: “Da 20 anni è lo sponsor più grande della motogp, senza di lui perderebbe il 50%. Come vendetta sportiva, l’ideale sarebbe ritirarsi e passare alla superbike”.
Dice tutto la metafora di papà Graziano Rossi: “Si va molto più sul violento rispetto alla politica. Mio figlio e Marquez si detestano più del doppio, rispetto a Renzi e a Bersani. Qui alcuni hanno perso la dignità. Se non si può vincere in un certo modo, forse è meglio non vincere proprio”.