La 24^ salvezza di fila, in serie A, per l’Udinese, è davvero la più difficile. Ce la fece con Ventura, nel 2002, 14esima, ma all’epoca retrocedevano 4 su 18, comunque mai è giunta in bilico all’ultima giornata. Al punto che 16 anni fa si piegò rapidamente alla Juve, scudettata in quel 5 maggio dell’Inter. Stavolta il timore è che arrivi a giocarsi tutto sul traguardo, ferma com’è a una vittoria in 13 giornate. Per carità, con un punto di media di qui alla fine potrebbe farcela, ma occorrerebbe anche un pizzico di emozione. A Ferrara sono appena avanti, eppure non esultano da 9 partite, chissà come aveva fatto, la Spal, a battere la Roma all’Olimpico. La squadra di Semplici attacca, batte 5 corner in più e come sempre concede poco, giusto due azioni, una saettina da fuori dell’argentino De Paul, piedi da Champions league, e poi su traversone lungo di Lasagna, Pussetto rimette in mezzo al volo, la difesa allontana, Fofana cerca Stryger-Larsen e l’opposizione emiliana ha successo. Il resto è attesa, Davide Nicola portò il Livorno in A, non lo seppe salvare, a Bari fu esonerato, a Crotone compì il capolavoro ma poi si dimise. Per le attuali ambizioni della famiglia Pozzo va bene ma è lontano anni luce dal terzo, quarto e quinto posto e anche dalla semifinale di coppa Italia con Guidolin, rispetto al pittore Velasquez (scelta singolare, di Daniele Pradè) è fin troppo umile. Aveva già tenuto lo 0-0 a Reggio con il Sassuolo, aspettò e punì la Roma, però il calcio è anche giocare, attaccare e in questo senso Pussetto e compagni sono peggiorati.
La famiglia Colombarini insegue l’Europa, nel tempo, vorrebbe proprio imitare i Pozzo, magari quest’anno si salverà con una giornata d’anticipo, mica peraltro è scontato. Perchè il triestino Andrea Petagna non va oltre la traversa su punizione, è visibilmente pesante e non ha più Gomez ad azionarlo, nè l’avviluppante Gasperini a esaltarlo. Fares a sinistra è bravo, i vicentini Lazzari e poi Costa non sono male, Missiroli e Schiattarella però come tessitori non convincono, non ci capisce perchè Semplici rinunci ai piazzati di Viviani e all’euclideo Valdifiori.
Escludendo le prime due, vinte, a Ferrara il parziale è di 11 punti in 16 gare, per questo serviva più coraggio, per i furlani. Ieri, solo la Lazio (10), il Genoa, il Napoli e l’Inter, con 9, iniziavano con più stranieri dell’Udinese, che dunque ha fatto scuola, in passato però ne aveva di migliori. Anche di italiani, perchè stranamente è da nazionale, per Mancini, mentre Marco D’Alessandro si sta perdendo e un po’ anche Lasagna, che peraltro ha meritato la chiamata. Ecco, che la squadra del terzo centravanti azzurro (dietro Immobile e Belotti, che fra l’altro possono giocare insieme) crei così poco preoccupa. Musso tiene in panchina Scuffet, Musso esce sui piedi di Mattia Valoti, figlio di Aladino, ds, ex estense e si oppone a Schiattarella, l’ex Felipe calcia fuori.
«In mille sono scesi dal Friuli – sottolinea Nicola -, stiamo mantenendo un’ottima organizzazione difensiva. Dobbiamo migliorare a livello mentale, possiamo fare di più e accadrà». Ma quando? Adesso che per l’Europa basterebbe il 7° posto, a parte le 3 volte con Guidolin l’Udinese non lo avvicina più. E non vincere di più solo delle ultime tre.
Vanni Zagnoli
SPAL-UDINESE 0-0
SPAL (3-5-2): Gomis 6, Cionek 6,5, Felipe 6, Bonifazi 6; Lazzari 6,5 (22′ st Costa 6), Missiroli 5,5, Schiattarella 6, Valoti 6 (30′ st Dickmann 6), Fares 6,5; Floccari 5,5 (40′ st Paloschi sv), Petagna 6. Allenatore: Semplici 6.
UDINESE (3-5-2): Musso 6, Opoku 6, Ekong 6,5, Nuytinck 6; Stryger 6, Fofana 5 (34′ st Barak sv), Mandragora 6, De Paul 6,5, D’ Alessandro 5,5; Pussetto 5, Lasagna 6. Allenatore: Nicola 6.
ARBITRO: Doveri di Roma 6,5
Note: ammoniti Schiattarella, De Paul, Mandragora per gioco scorretto.
Angoli 7-2. Recupero: pt 1’, st 4’. 1 grado, 13mila spettatori.
Da “Il Gazzettino”