Nella foto in copertina, il doriano Kristicic
Fiorentina-Sampdoria intarsia questi temi, per i viola usciti dal Franchi tra i fischi e scivolati a 7 punti dalla zona Champions. Il Sassuolo è a -8, dunque l’Europa resta certa, eppure l’uscita ai 16esimi e il calo di questi mesi rischiano di rovinare il capolavoro del tecnico portoghese, per usare le parole di Spalletti. Paulo Sousa viene da 4 punti in 5 gare, non vince da Bergamo e deve preoccuparsi, perchè la famiglia Della Valle potrebbe indurlo a lasciare, come avvenne con Montella. Si era lamentato del mercato di gennaio, in genere la proprietà non perdona chi la sfida pubblicamente e allora chissà come finirà. “Non è un momento semplice – conferma -, la palla circolava male”.
Finirà bene, invece, la Sampdoria, a +5 su Carpi e Palermo, assieme al Torino, non dovrebbe più correre rischi di retrocessione. Finisce in 10 per la doppia ammonizione di Correa al 27′ della ripresa, eppure pareggia con il tiro dalla distanza di Alvarez, al primo gol in blucerchiato. Per la felicità del presidente Ferrero, che prima della gara aveva ballato l’inno viola sostituendo il nome Fiorentina con le sillabe doriane.
Sembrava fatta per i gigliati, a metà primo tempo, con la triangolazione di Ilicic con Borja Valero e il gol dello sloveno. Peseranno la squalifica di Kalinic (Babacar delude, esce per infortunio) e la misteriosa panchina per Bernardeschi, Vecino e Roncaglia. Anche Montella rinuncia a tre giocatori di riferimento (Soriano, Cassano e Muriel), ringrazi Viviano, tifoso viola, per i salvataggi su Ilicic e Zarate. Ilicic coglie anche una traversa su punizione, Blaszczykowski entra e segna ma in fuorigioco. Anche i blucerchiati colpiscono una traversa, in inferiorità numerica, con Quagliarella, ma Tatarusanu è determinante. Come nel primo tempo, sullo 0-0. E allora, in fondo, il pareggio è equo.
Vanni Zagnoli