Cambia il calcio, talvolta anche in positivo. Almeno d’estate, i rivolgimenti sulle panchine di serie A sono minimi, appena 5 su 20. A Bologna, torna nel massimo campionato Pippo Inzaghi, più volte esonerabile dal Milan di Berlusconi, risorto nel biennio al Venezia. A Cagliari c’è Rolando Maran, eccellente al Chievo, a parte nell’ultima stagione, esonerato a 3 giornate dalla fine, più o meno come gli accadde al Catania, nel secondo anno. Ancelotti al Napoli è la bomba dell’anno, a livello mondiale, fra i tecnici, è la certificazione delle ambizioni del presidente Aurelio De Laurentiis, che alla spettacolarità di Sarri preferisce il pragmatismo (comunque emozionante) di Carletto. A Sassuolo, è la terza volta in A di De Zerbi, discreto a Palermo, ma con licenziamento, e pure a Benevento: il tecnico bresciano era salito in A senza passare dalla B, avvicinata con il Foggia. A Udine arriva lo sconosciuto Velazquez.
Fotografiamo i trainers nei giorni del prolungamento per D’Aversa al Parma, che l’aveva difeso a oltranza, in B, anche quando era fermo a una vittoria in 9 giornate. L’altro debuttante è Moreno Longo, neopromosso con il brivido, al Frosinone, appena alla 3^ annata su panchine professionistiche, mentre l’ex Lanciano è alla 5. Quasi esordiente è D’Anna, al Chievo, dopo una vita in campo e nelle giovanili gialloblù.
Il più fedele della compagnia è Massimiliano Allegri, alla 5^ stagione alla Juve, come Semplici, che tuttavia alla Spal subentrò, in serie C. Si salvò, fu promosso in B, bis un anno fa e salvezza a maggio. Segue Simone Inzaghi, alla 4^, ma subentrò a primavera, a Pioli. Poi ci sono Gasperini e Giampaolo alla 3^ annata, con Atalanta e Sampdoria. Si esonera sempre parecchio, in stagione, la permanenza media di un tecnico è comunque in prolungamento.
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”