Il Gazzettino. Scherma, Marzia Muroni da Treviso a ct dell’Iran femminile: “A mie spese. Per aiutare un’ex compagna di allenamenti, era pentathleta, in Germania”

Marzia Muroni

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Il viso di Marzia Muroni vale il viaggio in Ungheria, è la storia più particolare del mondiale. Passano due atlete con la testa in parte coperta, ci spiegano perchè portano il niqab. «Non possiamo lasciare scoperto il capo. Non è il burqa, attenzione».
Con queste spadiste discettiamo in inglese, anche di Julio Velasco ex ct dell’Iran nel volley e delle tribune degli impianti mediorientali aperte progressivamente alle donne, fra pallavolo e calcio. Lì vicino c’è una trevigiana con gli occhiali, a parlare con tre ragazzi di pianetascherma.it. Avrebbe più voglia di dialogare con loro, per la verità, che di raccontarsi. E non è questione di video o foto.
«Perchè per me è normale essere qua, ho fatto solo piacere a un’amica».
In che senso, Marzia?
«Sono da sole, senza commissario tecnico nè allenatore, nè dirigenti e allora mi occupo di tutto io».
Al punto che poi sparirà e sarà impossibile andare oltre questa chiacchierata, fin troppo informale.
«’Alessandro, mi raccomando, accompagnale tu in sala stampa’, dice a uno dei tre giovani giornalisti».
Muroni, mica hanno bisogno della balia, no?
«In realtà non vanno mai lasciate sole».
Ma sono maggiorenni e per nulla timide…
«Fa parte della loro cultura, ci adeguiamo. Non sono al primo mondiale, sono autonome ma non abituate a esserlo. Un uomo che le deve portare in giro, dev’essere responsabile di loro».
Sarà, però stupisce che una trentenne veneta di fatto rappresenti l’Iran, in una delle discipline olimpiche più fascinose.
«Sono qui a mie spese, comunque felice, proprio perchè una delle tre mi ha chiesto espressamente di aiutarla. E’ Parja: metà dell’esborso lo copre lei, ci allenavamo insieme; faceva pentathlon, in Germania, io scherma. E per un periodo, mentre studiavo a Bonn, mi allenai con la nazionale tedesca».
Dunque l’incarico non è ufficiale…
«E pure a termine, vediamo se proseguirà in futuro, in altre manifestazioni di livello».
Com’è andata, sul piano tecnico?
«Due sono uscite subito nell’individuale, peccato perchè con un pizzico di sicurezza avrebbero potuto passare la fase a gironi. Parja si è qualificata, con tre vittorie e altrettante sconfitte, poi è stata capace di portare alla priorità la brasiliana Moellhausen, sino a 7 anni fa azzurra e ora campionessa mondiale. A squadre almeno hanno superato la Giordania, almeno, per noi sono soddisfazioni. Ho il compito proprio di motivarle, di farle restare concentrate».
Lei ha smesso?
«Sì, ma l’ambiente resta fascinoso».
Sono numerosi i tecnici italiani nel mondo.
«Guardi laggiù, c’è un mestrino, Andrea Borella: abita a Padova e segue l’Olanda. Cerioni non è più con la Russia, guida fiorettiste americane».
Nini Signorelli, trapanese, è addirittura con l’Australia.
«Prima era con Andrea Magro, passato dal Giappone alla Germania e ora al Kuwait. Giovanni Bortoloso è stato in Russia, è ct tedesco. Angelo Mazzoni era in Svizzera, poi a Mosca».
Inoltre ci sono i maestri: Pianucci ha una fiorettista venezuelana, Zanotti una sciabolatrice indiana. 
«E Luca Simoncelli è con la Spagna, oltre ad allenare la moglie, Arianna Errigo».
Insomma, Marzia, è in buona compagnia.
«Certo, però l’Iran ha un sapore speciale».
Basti pensare a un’accortezza che in pochi occidentali sanno…
«Già, agli uomini è vietato stringere loro la mano, persino al termine di un’intervista. I maschi non le possono toccare, devono evitare il contatto fisico».
Pensi a quei personaggi tv, anche comici, che hanno l’abitudine di toccare le spalle delle persone, per teatralizzare…
«Già, neanche gli abbracci. E credo sia tipico non solo dell’Iran. Questa settimana mi sono specializzata nei loro usi, dovrei studiarmi l’intero musulmanesimo».
E il copricapo?
«Non devono lasciare scoperti i capelli, nè altre parti del corpo, escluso ovviamente il viso».
Ma lei quando ha lasciato Treviso?
«Cinque anni fa, dopo essere stata in forestale. Sono figlia unica, papà Marcello è architetto, mamma Antonella insegnante».
E’ ct anche degli uomini?
«No. Sono qui perchè il maestro di Parja non la può accompagnare, essendo impegnato con la Germania. Affrontare una gara senza tecnico è difficile, perciò sono utile anche a fondo pedana, mica solo negli spostamenti. E per me è il primo mondiale». Era in coppa del mondo anche soltanto 3 anni fa, da trainer ha stoffa.
Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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