Sampdoria-Napoli 0-2
GOL: st 27’ Milik, 35’ Raul Albiol.
Sampdoria (4-3-1-2): Belec 7; Bereszynski 5,5, Andersen 5,5, Ferrari 6, Regini 6 (37’ st Strinic sv); Linetty 5,5, Torreira 6, Praet 5,5; Ramirez 5; Caprari 5,5 (25’ st Zapata 5,5), Kownacki 5. All. Giampaolo.
Napoli (4-3-3): Reina 6; Hysaj 6, Albiol 6,5, Koulibaly 6, Mario Rui 6,5; Allan 6,5, Jorginho 6,5, Zielinski 6,5; Callejon 5,5 (23’ st Hamsik 6), Mertens 6 (27’ st Milik 6,5), Insigne 6,5. All. Sarri.
Arbitro: Gavillucci di Latina.
Note: ammoniti Milik, Hamsik, Ramirez. 25mila spettatori. Recupero: pt 1’, st 6’. Angoli 3-12.
Maurizio Sarri è ai titoli di coda, salvo rivolgimenti della settimana, e Marco Giampaolo, altro esteta del calcio, è il primo candidato a sostituirlo. Il triennio è in chiusura, al netto della battaglia contrattuale, cioè il presidente Aurelio De Laurentiis gli ha già consegnato le chiavi della squadra, tramite il ds Cristiano Giuntoli, artefice delle promozioni del Carpi, anche in A, ma ora non vuole svenarsi per trattenerlo. Soprattutto, Sarri vuole garanzie di non dover rifare il Napoli, il suo calcio è vecchia maniera, ovvero non si cambia per il gusto di, i titolari sono tali salvo problemi veri, il turnover è minimo. E forse anche per questo gli azzurri mancano il terzo scudetto.
La partita di Genova evidenzia i limiti non tanto del sarrismo, ma dell’essere Giampaolo, signore del calcio, grande personaggio, però come il toscano manca i grandi obiettivi. La Sampdoria era da Europa, l’Atalanta probabilmente ci andrà, dal momento che ha la differenza reti favorevole sulla Fiorentina. Anche i doriani avevano notevoli chances di farcela, in questo mese le sciupano. Sconfitti a Reggio dal Sassuolo, superati anche ieri sera a Marassi, contro la squadra macerata dalla Fiorentina e fermata anche dal Torino, e domenica è inutile che guastino la festa salvezza della Spal, a Ferrara.
L’altro posticipo della serata suggella lo scudetto della Juve, dal momento che i bianconeri all’Olimpico rischiano poco, mentre il Napoli passa. Insomma non si verifica l’unica combinazione utile per rendere interessanti le ultime due gare del campionato, domenica sera. Mezz’ora dei sarristi, finale di tempo doriano ma il protagonista è Belec, ex Crotone e Carpi, portiere che deve fare il titolare, in A, anzichè la riserva in club medio. La pioggia condiziona un po’ la partita, è comunque Jorginho il solito primattore del centrocampo. E’ uno dei tanti uomini mercato del produttore cinematografica, il passaggio da Mazzarri a Benitez a Sarri è eclatante, come valutazioni di mercato e il regista brasiliano con avi vicentini, di Dueville, vale 60 milioni, mentre con l’allenatore spagnolo stava per essere restituito al Verona. Le parate di Belec, allora, su Insigne, Albiol, Zielinski e Andersen (autorete rischiata). Nella ripresa, su Mertens. Per i blucerchiati solo due tentativi del difensore centrale Ferrari (una parata di Reina), e il sinistro di Kownacki. Il gol arriva al 27’ del secondo tempo, con aggancio di destro al limite e conclusione sotto l’incrocio di Milik. Pare abbia piazzato un gestaccio alla curva di casa e questo guasta il clima idilliaco, di disarmo genovese e rimpianti napoletani. Arrivano cori contro il Napoli, Gavillucci interrompe la partita, dopo l’ennesimo avviso dello speaker. Aumenta l’intensità della maleducazione, il presidente Ferrero scende sotto la curva per evitare multe e viene insultato. Si riprende e raddoppia Raul Albiol, centrale campione del mondo con la Spagna, voluto e difeso da Benitez, che in effetti aveva straragione, sulle qualità del barbuto. Segna di testa, su azione d’angolo, di Mario Rui, come all’altra genovese.
Da Roma non arriva il gol giallorosso, tantomeno in inferiorità numerica. Mancano le emozioni, alla Sampdoria comunque va un bel 7, per la stagione, al Napoli 8, ma avrebbe dovuto puntare sulla Champions e poi sull’Europa league, oltrechè sulla coppa Italia. Il solito secondo posto non basta più.
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”