(v.zag.) La domenica delle sportive di Nordest è stata nobilitata anche da Elena Vallortigara, la vicentina del salto in alto. Raggiunge i 2 metri e 02, con un’impresa persino più esaltante del primato italiano sui 100, il 9”99 di Filippo Tortu. Perchè, se il milanese di famiglia sarda ha battuto il mito Pietro Mennea (primatista però dei 200), la bionda di Schio è andata oltre il 2,01 di Sara Simeoni, la veronese che con quella misura detenne il record mondiale. Automaticamente, Vallortigara diventa la favorita per l’argento agli Europei, dietro l’inarrivabile Kuchina, che per due anni non aveva perso.
La tappa londinese della Diamond league vede la russa Mariya Kuchina (da sposata Lasitskene) issarsi sino a 2,04, Elena è seconda, a un centimetro dal primato italiano, di Antonietta Di Martino, oggi 40enne, che indoor raggiunse persino i 2,04.
Era dalla finale mondiale di Daegu (Corea 2011), con il bronzo dalla cavese, a 2 metri, che un’azzurra superava all’aperto quella barriera da sogno.
«La Simeoni è un mito – racconta la scledense, uno e 84 per 67 chili -, ha fatto la storia dell’atletica. Antonietta è un’amica, da sempre abbiamo un rapporto speciale, essendo passate attraverso tanti imprevisti».
Anche Elena era stata angustiata da infortuni, a 26 anni trova la consacrazione e nell’esplosione tardiva ricorda proprio Di Martino.
«Ho pensato tante volte a queste misure – confessa -, anche nei momenti più bui. Bisogna saper aspettare e costruire, alla fine tutto arriva al momento giusto».
Se Lasitskene punta da un biennio al record del mondo, della bulgara Stefka Kostadinova, 2,09, Vallortigara diventa la numero uno d’Italia, davanti alla friulana Alessia Trost, che al coperto raggiunse i 2 metri, ma 5 anni fa, a 20. «La russa è stata un grande stimolo per me, qui in Inghilterra. Sembra fredda, è solo concentrata, mi ha fatto i complimenti. Se resti in gara con lei, vuol dire che l’asticella si è spostata su misure importanti».
Da numero 2 stagionale al mondo, addirittura, davanti alla belga Thiam (2,01). «Gli Europei sono l’obiettivo, eppure non alimentare le aspettative. Primo step è la qualificazione, poi vediamo in finale. Sono cresciuta tanto anche come donna».
Elena è fra le migliori 20 saltatrici europee della storia, con questa misura. Rivive così la gara della vita: «Fino ad 1,91 mi sembrava che il tempo non passasse mai. Ai 95, ho sentito chiaramente addosso quel margine per puntare direttamente ai 2 metri. Dalla russa imparo a estraniarmi, nella mia bolla, e penso alla rinascita iniziata 8 anni fa. A fine 2016 mi sono trasferita a Siena, sotto la guida di Stefano Giardi. Lo ringrazio al pari di quanti non hanno mai smesso di credere in me».
Elena ha con sè due anelli, identici. «Un regalo del mio fidanzato, Fernando, e di mamma Lia».
A Londra, sugli 800, la padovana Santiusti è 7. con il personale, 2’00”95, mentre Amos aveva strabiliato in 1’42”95. Come Noah Jones venerdì su 200, 19”65. Gran settimana, per l’atletica.
Da “Il Gazzettino”