Il ciuffo di Roberto Mancini sulla panchina dell’Italia. Manca solo la firma, per il nuovo ct, sarà l’ex fantasista di Bologna, Sampdoria e Lazio e l’allenatore che ha vinto tanto ma altrettanto perso con Inter, Manchester City e Zenit San Pietroburgo. Ha rescisso il contratto con i russi, ieri mattina è sbarcato a Fiumicino in giacca blu, jeans e trolley. “Sono contento di essere in Italia – dice semplicemente -, vediamo quel che accadrà”.
Lo attende un’auto della federazione, va a parlare con i commissari, mentre da Chieti il presidente del Coni Malagò spiega la scelta: “C’erano diverse ipotesi, spiegate da Fabbricini e Costacurta. Si va verso Mancini che ha dimostrato di volere moltissimo questo ruolo, facendo un gesto importante, apprezzato: rinuncia a molti anni di contratto in Russia, per allenare la nazionale. E’ sempre difficile parlare di scelta migliore, è una scelta giusta, aspettiamo il campo”.
E lì qualche perplessità resta, perchè Roberto è re di coppe Italia, con Eriksson e Allegri, con 4 trofei, ma con lo Zenit non ha vinto, nè ha mai fatto molta strada in Champions league. Da attaccante è stato grande eppure divideva, in panchina convince meno di Ancelotti e Conte, si può collocare al livello di Prandelli, rispetto al quale è meno spettacolare, più pragmatico e sicuramente meno buonista.
Al Coni, al premio Beppe Viola, il commissario Fabbricini chiarisce: “Limiamo qualche aspetto ma possiamo dire che per Mancini ct dell’Italia è fatta. C’è soddisfazione, anche da parte sua, l’entusiasmo è determinante nella scelta”.
A Leningrado, l’ex capitano blucerchiato ha mancato persino la qualificazione in Champions, va ai preliminari di Europa league, mentre al Galatasaray aveva almeno vinto la coppa, eliminando la Juve di Conte in Champions, nel girone.
Dovrebbe richiamare Mario Balotelli, che autografò il gol della sua unica Premier, con i citizens. Fra una settimana il ritrovo a Coverciano, per preparare 3 amichevoli: lunedì 28 maggio a San Gallo, in Svizzera, con l’Arabia Saudita, venerdì 1 giugno con la Francia a Nizza, lunedì 4 l’Olanda a Torino. Poi l’Italia farà da spettatrice al mondiale.
Si riparte comunque da Belotti e Immobile, peraltro fuori uso per questo tris di gare. Il modulo varierà dal 4-2-3-1 al 4-3-3, con possibilità anche di 4-4-2. C’è abbondanza di esterni: Candreva e Bernardeschi, Verdi e Chiesa, Insigne, El Shaarawy e Politano. Come trequartista centrale merita una chance Cristante, in mezzo De Rossi resiste, a 35 anni, ma sino a quando? Piace Pellegrini, in difesa c’è Chiellini. Ma Barzagli e Buffon?
Di Biagio tornerà all’under 21, il suo traghettamento è finito, mentre Evani rientrerà all’under 20.
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”