Rivoluzione, nell’atletica azzurra. Perchè il potere va alla marcia ed è la prima volta. Il ct in genere è multidisciplinare, la marcia è talmente particolare che mai uno dei fratelli Damilano o Pastorino o altri preparatori fuoriclasse sono stati anche solo vicini a dirigere le nazionali. Il presidente Alfio Giomi, invece, si affida ad Antonio La Torre, il valorizzatore di Brugnetti, oro ad Atene 2004. Elio Locatelli resta, ma defilato, a 75 anni. Gli Europei di Berlino sono stati dignitosi come piazzamenti, sono mancate le medaglie, la svolta era inevitabile. Certo il ct cambia spesso, dal padovano Uguagliati a Massimo Magnani (ex podista), a Locatelli e adesso La Torre, che aveva già rifiutato l’investitura alcune volte. Il dt giovanile Stefano Baldini si è dimesso per davvero, non per essere promosso a responsabile.
Il programma è biennale, il vice del tecnico milanese dei salti, Roberto Pericoli, mentre ai giovani resta Tonino Andreozzi. Velocità e staffette risponderanno al catanese Filippo Di Mulo, poi due abruzzesi: agli ostacoli l’ex Gianni Tozzi, salti, lanci e prove multiple a Claudio Mazzaufo, mentre alla marcia per ora resta La Torre.
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”