Da Il Gazzettino, una mia scelta, approvata da Antonio Liviero. Da anni desideravo intervistare il suo primo allenatore, la guidò dai 13 ai 19 anni.
Vanni Zagnoli
Massimiliano Di Mito, 50enne modenese, è stato il primo allenatore “vero” di Federica Pellegrini, dopo i due di quand’era bambina: la seguì dal 2000 al 2006, da 7 è ct di San Marino.
Max, che impressione le fa tra batteria e semifinale?
“Buona, nel pomeriggio ha nuotato bene. Entra con il primo tempo, ma occhio alla Ledecky: veniva dal record sui 1500, 20’ più tardi ai 150 metri passa 7^ ma chiude forte”.
Alle Olimpiadi arrivò due volte quinta, due anni fa fu d’argento. Stavolta non è favorita?
“Il podio è ampiamente alla portata, ma occhio alle americane, anche a Missy Franklin. Ledecky sui 1500 è veramente forte, i 200 però sono completamente diversi e sempre aperti: molti difficili anche a livello maschile, con un 1’45” non eccezionale. Quest’anno l’olandese Heemskerk aveva nuotato in 1’54”, adesso non è pensabile che si migliori di 3’”.
Federica dov’è vulnerabile?
“Preferisco sottolineare il punto di forza, la seconda parte di gara. Nei 200 va a memoria, con una distribuzione misurata: sa stare dietro, aspetta, fa sfogare le avversarie e nell’ultimo 50 sprinta”.
A 27 anni, come fa a resistere a questi livelli?
“L’aiutano il talento non comune, la determinazione e la capacità di gestirsi fuori dall’acqua. E’ un’atleta intelligente”.
Ha una spiegazione tecnica l’ondata di record mondiali, a 6 anni dall’abrogazione dei costumoni?
“Lo sport avanza, al di là dei materiali. Ero certo che sarebbero stati battuti. Qualcuno però resiste, come i 200 di Federica…”.