Arriva una mazzata, per Filippo Magnini, ma è solo la sentenza di primo grado e nel ricorso potrebbe avere uno sconto. Quattro anni di stop, dunque sino al 5 novembre del 2022, per “uso o tentato uso di sostanze dopanti” (articolo 2.2). E’ l’inchiesta che coinvolge il nutrizionista Guido Porcellini, già inibito per 30 anni dal tna. Cadono almeno le accuse relative al favoreggiamento e alla (tentata) somministrazione di dopanti. Anche l’ex compagno Michele Santucci, fiorentino, è stato condannato a 4 anni. Campione del mondo dei 100 stile libero, nel 2005 e nel 2007, Magnini paga le frequentazioni con Porcellini, figura centrale dell’inchiesta di Pesaro, sul presunto traffico di doping.
Aveva lasciato il nuoto quasi un anno fa, ha 36 anni, dunque la sentenza non ha conseguenze sulla carriera, è solo un danno di immagine, al personaggio di spettacolo.
La richiesta della procura era di 8 anni, addirittura, almeno la pena è dimezzata, comunque severissima. La stessa toccata all’ex marciatore Alex Schwazer.
Filippo era il capitano della nazionale di nuoto e anche il fidanzato di Federica Pellegrini, che preferisce non commentare la pena. L’ex campione di Pesaro parla di «sentenza già scritta». «Chiunque può capire che io non posso aver convinto Michele a fare delle cose, tutto si è limitato al ‘tentato’ uso: almeno non si può dire che Magnini e Santucci si siano dopati».
Parla per 22 minuti, senza pausa, di fronte ai microfoni. E’ stato bronzo olimpico con la staffetta 4×200, sostiene che c’è accanimento: «E’ un processo alle intenzioni. Mi viene da ridere, eppure sono incazzato nero, soprattutto perché abbiamo esempi di atleti che hanno preso due mesi di squalifica anche se sono stati trovati positivi, o magari due anni, ma dopo positività e recidività. Noi abbiamo 200 controlli tutti a posto: 4 anni per un tentato uso sono esagerati».
Con lui ci sono gli avvocati, Stincardini e Compagna, mentre la sua nuova fidanzata, la showgirl Giorgia Palmas, lo riprende con lo smartphone. «Scriverò un libro su questa vicenda – racconta re Magno -. Esco con grossi dubbi, probabilmente la giustizia sportiva non funziona, il sistema non va bene. Ci sono stati interrogatori molto strani, i miei erano perfetti». Ce l’ha con il procuratore antidoping Pierfilippo Laviani: «Si è alzato in piedi sbattendo i pugni sul tavolo, mi ha guardato negli occhi e detto: “Basta, questa adesso è una questione personale”. Se fossi nel Coni mi arrabbierei parecchio». Difatti mantiene l’appoggio dalla federnuoto, che chiede “il massimo rispetto nei confronti degli atleti” e ricorda come Magnini sia stato “un esempio per tutto il movimento e uomo simbolo dello sport italiano e della lotta al doping”.
Magnini si rivede in Cristiano Ronaldo, accusato di presunto stupro. «Ha detto che è un esempio nello sport, anche io lo sono. Il movimento “I’m doping free“ può avere dato fastidio a qualcuno, forse sono una pedina per colpire qualcuno di più importante. Per la legge italiana sono a posto, non per la legislazione sportiva…».
Si è aggiudicato 54 medaglie, compresi tre europei, è popolarissimo fra i giovani, anche grazie all’Isola dei famosi e a Masterchef celebrità, ora spera di uscire pulito in appello: «E’ come una gara dei 100 stile, non è finita. Siamo ai 50, alla virata, io vincevo le gare negli ultimi 10 metri…».
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”