Il Gazzettino, nuoto. A Hangzhou i mondiali in vasca corta. Claudio Rossetto: “Una delle spedizioni più cospicue. Non abbiamo superfavoriti, speriamo in Paltrinieri, Detti e Scozzoli. Tante medaglie europee sono al massimo da finale. Siamo da vasca lunga, in genere subiamo la manifestazione”

Claudio Rossetto (swim4lifemagazine.com)

Nella notte sono iniziati i mondiali di nuoto in vasca corta a Hangzhou, in Cina, con le batterie delle prime gare. In 13 edizioni, l’Italia assomma 43 medaglie, di cui appena 6 ori, e quattro anni fa portò a casa un unico titolo, i 200 stile di Federica Pellegrini.
Claudio Rossetto, da ex dt azzurro, cosa ci possiamo aspettare dopo la pioggia di medaglie di Glasgow?
«Non abbiamo superfavoriti – spiega l’allenatore del padovano Luca Dotto -, speriamo in Paltrinieri sui 1500, in Detti nei 400 stile e in Scozzoli sui 50 rana, in cui è già stato medagliato».
Niente podi, dalle donne?
«La trevigiana Margherita Panziera è più competitiva nei 200 dorso, rispetto ai 50 e ai 100. Simona Quadarella può fare bene sui 800 stile, nessuna delle due è comunque specialista della vasca corta. E’ una competizione molto difficile, in genere la subiamo, rispetto alla lunga. In confronto agli Europei, il lotto dei partecipanti è molto diverso, cambiano di molto i valori, con americani, australiani, giapponesi e cinesi».
Non dimentica la padovana Ilaria Cusinato, fra le papabili al podio?
«Vale la finale dei 400 misti. Dipende anche da chi fa la gara, perchè non tutti gli iscritti partecipano veramente. Era molto brava a livello giovanile, si allena bene, con Stefano Morini, era previsto che esplodesse. Fisicamente è vicina al top, si impegna ed è molto forte, anche in prospettiva».
Che differenza c’è, rispetto alla vasca da 50 metri?
«Tecnicamente è molto forte, la sua velocità si sprigiona più nel tempo: non ha la partenza nè virate eccezionali, vale la medaglia ai mondiali di agosto in vasca lunga».
Perchè non partecipa il suo Dotto?
«Ha un problema alla spalla destra, abbiamo deciso di lasciarlo tranquillo, preparerà appunto i mondiali più attesi, del 2019, in Corea del Sud. Ha l’obiettivo di Tokyo, avrà 30 anni, poi vedrà se continuare».
Fra i 32 azzurri chi altri manca?
«E’ una delle spedizioni più cospicue della storia. Le uniche assenze di rilievo sono Silvia Di Pietro ed Erika Ferrajoli».
Federica Pellegrini voleva saltare i 200 stile, invece pare averci ripensato…
«Non credo dica bugie. Magari non era brillantissima e allora aveva dubbi, comunque manterrà le aspettative e sarà competitiva».
E’ la più grande nuotatrice di ogni tempo?
«Italiana sicuramente, forse la più grande 200centista di sempre».
Il vicentino Thomas Ceccon sarà il campione multidisciplinare del futuro?
«E’ uno dei più dotati al mondo, a 17 anni. La speranza è che continui così, il futuro è dalla sua».
E il dorsista friulano Matteo Restivo, futuro medico?
«E’ molto tignoso, anche lui però paga qualcosa in vasca corta. Non ha subacquee perfette e allora questo mondiale può essere di passaggio, verso l’estate in vasca lunga».
Il veronese Luca Pizzini è continuo, fra i ranisti.
«E’ discretamente forte, deve dimostrare qualcosa in più, in corta. Qui la nuotata è di forza, più che di ritmo, conta chi una buona dotazione sott’acqua».
E il padovano Mattia Zuin?
«Nello stile libero ha grande carattere, si impegna tanto e merita quanto sta ottenendo».
Fra i suoi allievi c’è anche un canadese, Santo Condorelli.
«E’ arrivato quest’anno, si sta abituando al nostro nuoto, sta crescendo, speriamo faccia sempre di più».
Qual è il segreto dei risultati del nuoto, rispetto all’atletica?
«Le tante piscine, gli allenatori appassionati che in tutta Italia lavorano, quasi a titolo gratuito. Sono un grande serbatoio. Aumentano fra l’altro anche i praticanti. Il nuoto da noi è molto popolare dal 2000, grazie ai campioni esplosi».
Ha seguito a lungo Filippo Magnini, sarà riabilitato dalla sentenza di secondo grado?
«E’ vittima di una situazione paradossale, speriamo ne esca pulito. Quattro anni di squalifica per qualche telefonata con il dottor Porcellini sono assurdi».
Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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