L’Italia batte anche gli Usa, 3-1 e primato. Soprattutto, ai mondiali di Giappone, escono le favorite, Brasile e Russia. Per la nazione dell’Est è un doppio smacco, dopo il 6° posto al maschile, le carioca avrebbero perlomeno voluto imitare l’argento dei maschi. Le azzurre sono le uniche a punteggio pieno, con appena 3 set concessi in 9 gare, e adesso sono realmente favorite per l’oro, 16 anni dopo l’unico, a Berlino. Fu anche il solo podio azzurro, aspettando sempre il primo olimpico.
Myriam Sylla, speranze di farcela?
«E’ un mondiale equilibrato, lo dimostrano le due grandi uscite. Sono state tutte partite vere, anche contro la Thailandia, che aveva levato punti alle grandi».
E la nazionale quanto vale, per voi?
«Molto. Per ogni atleta è un valore aggiunto rappresentare la nazione, tantopiù in una competizione così».
Adesso chi è favorita?
«Si riparte daccapo, per raggiungere le semifinali. Cina e Serbia, Olanda e Giappone, senza dimenticare le americane, ovviamente. Sono tutte temibili. Neanche il nostro girone è semplice, con slave e nipponiche, guai sottovalutarle».
Sarà poi la sua prima stagione a
Conegliano. Riparte da favorita, per lo scudetto?
«Sono molto scaramantica, la vedevo già favorita un anno fa, adesso non mi pronuncio di proposito».
La Champions quanto è lontana?
«Un anno e mezzo fa le tigri arrivarono in finale, a Villorba, adesso non saprei. Dovrei studiarmi le avversarie, comunque le basi ci sono».
Monica De Gennaro è il miglior libero al mondo?
«E’ poco ma sicuro, da anni. Lo dimostra ogni volta, non solo a Conegliano».
Moky è fra le 4 che hanno già disputato un mondiale. Voi altre 10 siete debuttanti…
«E’ positivo per l’incoscienza. Alla prima partecipazione, non sapevamo come sarebbe andata, per il momento alla grande. Non conoscendo i propri limiti, magari vai più spavalda, ma ci può essere qualcosa in cui ti incagli».
In 5 siete nuove italiane, di cui tre in sestetto. E’ solo un caso?
«Quel termine non mi fa impazzire. Siamo italiane e basta, non facciamo caso alla multirazzialità, neppure le compagne. Siamo la nazionale».
Il Veneto è rappresentato dalla bassanese Ofelia Malinov, di famiglia bulgara, e da Paola Egonu, di Cittadella, originaria della Nigeria. In lei c’è già qualcosa di Nordest?
«Nulla, proprio. Anche perchè nella Marca sono stata solo pochi giorni».
Quali sono i punti di forza della nazionale?
«L’atteggiamento, il fatto di essere cazzute, se mi passate il termine. La tecnica è inevitabile, essendo arrivate qui e a questi livelli. Basta vedere gli sguardi. Il punto debole resta la continuità, qualche blackout».
E nel suo gioco?
«Il neo può essere la ricezione. Invece di lasciarmi andare, dovrei risollevarmi e continuare a fare il mio, su questo devo migliorare».
Myriam, cos’è rimasto della vicenda doping, che un anno fa le costò gli Europei?
«Tante domande. Un po’ di rabbia, non passerò. Venni accusata di qualcosa che non feci, per un lungo periodo mi presero di mira gratis. Ci rimango male perchè si colpì la persona, compresa la persona. Restano dolore e voglia di riscatto».
Sublimata nei 22 punti di ieri. Uniti ai 33 di Egonu. Black power.
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”