E’ stato il mondiale dell’Italia, come quasi sempre succede. A Wuxi, in Cina, gli azzurri chiudono con 7 medaglie: 4 ori, 2 argenti e un bronzo, davanti alla Corea del Sud e agli Usa, la Russia è la grande delusione, solo quinta. Rispetto all’anno scorso, l’Italia ha due podi in meno, 7 contro i 9 di Lipsia, ma in Cina sono arrivati più titoli individuali e questo nobilita la stagione.
L’ultima giornata è caratterizzata dall’oro dei fiorettisti e dal quarto posto delle sciabolatrici.
Per l’arma più tecnica è il terzo titolo iridato in sequenza, anche se di mezzo ci sono state le olimpiadi, senza podio e negli anni olimpici non vengono disputati i mondiali. Gli azzurri battono ancora gli Stati Uniti, alla vigilia spavaldi: «Siamo qui per fare la storia».
Il primattore è Alessio Foconi, l’oro individuale. Si fa male alla mano destra, toccato dal fioretto, resiste e anzi piazza il 5-1 chiave su Massialas, nel quinto confronto. L’Italia tiene, Cassarà firma il 40-31, con il +2 personale su Chamley-Watson, evitando il finale stoccata a stoccata: era la riserva, rileva Giorgio Avola, infortunato in semifinale. Per Daniele Garozzo è facile l’ultimo assalto e va a conquistare l’oro di coppia, considerato il titolo della fidanzata Alice Volpi.
Il 45-34 vendica la sconfitta delle fiorettiste, battute proprio dagli Usa, e parte dal 45-23 alla Polonia e dal 45-30 alla Corea del Sud.
In finale, la squadra del ct mestrino Andrea Cipressa va sotto solo sul 19-20 e Garozzo chiude battendo Massialas, come nella finale olimpica individuale.
«Abbiamo tirato come un tutt’uno – racconta -. Siamo stati coesi e ci siamo caricati a vicenda. Non sono io il leader, comunque riscatto la prova individuale». «L’intensità era elevatissima – sottolinea Foconi -, siamo stati grandi, ribadendo il nostro valore».
A 34 anni e mezzo, Cassarà è fra i veterani dell’intera spedizione. «Quest’oro ha un valore speciale, premia i sacrifici del gruppo che ci sta attorno, dal ct ai maestri, toccando anche i preparatori atletici, i fisioterapisti e la federazione».
Dispiace per la sciabola femminile, perchè valeva l’8° podio, ma Rossella Gregorio, Irene Vecchi, Loreta Gulotta e Martina Criscio passano dall’oro di un anno fa al quarto posto, perdendo la semifinale contro la Russia, di una stoccata, con rimonta mancata di pochissimo, e anche la finale per il bronzo, 45-40 dalla Corea del Sud.
Il primo giro è buono, 15-9, poi Loreta perde di 8 colpi dalla Yoon, Rossella Gregorio fa +3 sulla Choi ma le asiatiche reggono. «Eppure – sottolineano le ragazze del ct isontino Giovanni Sirovich – siamo più forti di un anno fa».
Al punto che nei quarti hanno battuto l’Ungheria, rimontando da 20-25 e 29-35, grazie all’11-2 di Irene su Pusztai, con Gulotta capace di rovesciare il 42-44. Stesso canovaccio nella semifinale, con Irene Vecchi a mettere la freccia (40-39), ma Velikaya abile a reggere nell’ultimo assalto.
L’oro è andato alla Francia, nonostante il tris di podi russi nell’individuale.
La superiorità azzurra è anche in base alla classifica per il rendimento di ciascuna atleta.
Affidiamo il bilancio a Valentina Vezzali, vicedirettore tecnico delle Fiamme Oro e dirigente federale. «E’ più che positivo. Il fioretto resta il fiore all’occhiello, c’è sempre e nei momenti importanti porta medaglie. Alessio Foconi ha lavorato tantissimo, non è più giovanissimo, Alice può fare benissimo. Spiace per il fioretto a squadre, le americane non sono più forti: l’anno prossimo sarà di qualificazione olimpica, si riscatterà. I fiorettisti sono stati fantastici, speriamo solo che Avola si riprenda presto. Nella sciabola c’è da lavorare, argento maschile è importante, dispiace per le ragazze ai piedi del podio. Sulla spada, sono felicissima per Mara Navarria, mamma e combattiva: con Fiamingo e Rizzi, dirà la sua nella qualificazione olimpica. Dispiace per i maschi, senza podi, torneranno non appena Pizzo sarà di nuovo al top. Comunque la scherma non tradisce mai».
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”