Anche 4 anni fa, Milan-Roma fu di venerdì sera. Dalle 20,30 (Skysport serie A), stavolta è la prima sfida tra proprietari americani di serie A.
Il fondo Elliott di Paul Singer (822º più ricco al mondo, con un patrimonio di 2,8 miliardi di dollari) e il figlio Gordon fronteggiano il Raptor Group, di James Pallotta, che ha partecipazioni nei Boston Celtics della Nba di basket e un miliardo di dollari grazie ai fondi speculativi. Fra i dirigenti spiccano ex bandiere: Leonardo, Paolo Maldini, Franco Baresi e ora anche lo “stagista” Kakà a Casa Milan; Totti, Bruno Conti e una quindicina di altri ex, a Trigoria, record. A Milano dovrebbe rientrare Umberto Gandini, ceo della Roma, uscita da tre anni del settlement agreement grazie alle plusvalenze di 210,9 milioni spalmate su tre bilanci. Entrambe le proprietà a stelle e strisce cercano il primo trofeo dopo le presidenze Berlusconi e Sensi.
Due bandiere sono anche in panchina, Gattuso e Di Francesco. Il milanista avverte l’ombra di Conte, come Mourinho al Chelsea, dal 2009 l’ex ct azzurro non era senza panchina e il dt Leonardo non aveva un buon feeling con il tecnico che ha portato il Milan al 6° posto.
Ringhio ringhia, lo fa spesso in conferenza stampa: «Non sputo m… sui giocatori, guai a chi li tocca. A livello tecnico siamo da prime 4, sul piano caratteriale dobbiamo ancora diventare squadra. Per evitare il panico servono tempo, mentalità e astuzia. Anche da calciatore ho visto tante partite in mano e poi buttate via».
A Napoli, serviva maggiore calma, sull’1-2, per evitare altri 2 gol. «Quando si è in difficoltà, per qualche minuto si deve far passare la buriana, in 10 dietro la palla, aspettando che finisca in tribuna».
Della Roma Gattuso teme Dzeko: «Pericoloso, al pari dei compagni, molto alti. Mi aspetto di rivedere la prima ora di Napoli, da padroni del campo, e di evitare pasticci, restando in partita sino in fondo».
Biglia era stato eccellente, al San Paolo, come ritmo e regia, non per le 3 ripartenze pericolose concesse. «Tatticamente è fondamentale, ho sbagliato a levarlo troppo in fretta, inserendo Bakayoko che avevo provato poco, da vertice basso. Su quel cambio abbiamo pagato molto».
L’allenatore difende anche Donnarumma: «Nessun caso, ma sul secondo gol avrebbe potuto far meglio». Auspica che migliori l’intesa fra Calhanoglu e Higuain: “Il Pipita ci fa salire e giocare bene, occorre sfruttarlo meglio negli ultimi 10-20 metri e Calhanoglu può innescarlo».
Un pensiero è anche sul ritorno di Kakà. «Ha scritto pagine importanti, fa piacere che ci sia, ma dobbiamo trovare la carica durante la settimana e quando scendiamo in campo».
Di Francesco dovrebbe passare dal 4-3-3 al 4-2-3-1, con De Rossi e Nzonzi insieme in mezzo e l’olandese Karsdorp al posto dell’infortunato Florenzi. «Servono determinazione e concentrazione – racconta -, questa rosa può giocare con tanti moduli: se vedo che una cosa non funziona, la modifico, non è un segno di debolezza ma di intelligenza».
E lui ha sbagliato dando un pugno alla panchina, con frattura a una mano: «Ero arrabbiato perché con l’Atalanta non riuscivamo ad esprimere le nostre potenzialità. Strooman? Voleva fare una nuova esperienza».
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”