Essere Donnarumma significa parare il sinistro a botta sicura di Milik, nel recupero. Era come con il Chievo, la palla match senza appelli, stavolta al Napoli non è andata bene e il fondo il Milan è stato appena superiore al Chievo di otto giorni fa.
San Siro è impressionante, da capogiro, per la salita in tribuna e per il colpo d’occhio. Si vedono perfettamente le linee di schieramento, il tifo è molto rossonero, incessante, la curva azzurra è in alto, al cielo. Come qualche conclusione. Contorno assordante, stordente, giocatori piccoli piccoli, da quassù, ma tutto è molto affascinante. La scala del calcio. L’avvio è dei “gattusei”, con una spizzata imperfetta di Kalinic, poi escono i sarristi a suon di triangolazioni, il pareggio è la previsione più facile. Nello specchio, due conclusioni del Napoli, con Allan, in particolare, Insigne avvicina il palo. I centrali di riserva del Milan Musacchio (gol annullato) e Zapata sono all’altezza di Romagnoli, infortunato, e Bonucci, squalificato. Quando Kessie cade sulla spallata di Koulibaly, a inizio ripresa, nessuno chiede il rigorino. Continua la partita del tifo, rituale qui. Il gioco si spezzetta, l’ammonizione a Biglia è fischiata. Rodriguez chiude Callejon, esce la classe campani, il gol però non è così nell’aria. “Noi non siamo napoletani”, urla dopo un’ora la curva meneghina. Al cross mancino si Suso non succede nulla, neanche quando parte Koulibaly in fascia. I centimetri sono milanisti, sui cross Maggio non è così attrezzato, Albiol e il senegalese sono tosti. Il Milan ha il potere di far giocare male chiunque, come la Lazio in coppa Italia, a lungo nettamente superiore, almeno all’andata. Sarri ne cambia due a metà secondo tempo, Zielinski e Milik, l’uscita di Hamsik e Mertens sorprende, ma il belga è alla partita più anonima della stagione. Kalinic è il meno amato da San Siro, Andrè Silva è appena più popolare. Il quarto anello a destra è vuoto, basta il resto, per i 65mila spettatori.
Il tempo passa, il tikitaka azzurro è insignificante, da mesi. La sconfitta con la Roma, l’altro 0-0 di San Siro, l’1-1 di Reggio. Dalla curva B trasferita qui si alza un “Donnarumma figlio di…”, Reina prenderà il suo posto, lui replica respingendo la botta defilata di Insigne.
Se il Napoli è una delusione, il Milan ancora di più, perchè giocando in casa e con l’ambizione di rientrare in Champions league doveva fare qualcosa di più. Sarri dietro è efficace, una chiusura aerea di Callejon su traversone di Suso significa applicazione. Il finale è rossonero, piacevole ma tardivo. Anzi, la coda è napoletana, con il cross di Callejon e il gol divorato da Milik. L’irrisione della fossa dei leoni e delle brigate rossonere: “Vincerete il tricolor…”. Impossibile e non solo per questa Juve. “Di Donnarumma – spiega Gattuso -, non tengo solo la parata, è il primo regista della squadra. Per due volte Calhanoglu si era addormentato su Callejon. La difesa è rimasta alta”.
Vanni Zagnoli
MILAN-NAPOLI 0-0
Milan (4-3-3): G.Donnarumma 7; Calabria 5.5, Musacchio 6, Zapata 7, Rodriguez 6; Kessie 5.5, Biglia 6.5, Bonaventura 5 (35’st Locatelli sv), Suso 6, Kalinic 5 (25’ st André Silva 5), Calhanoglu 6. All.: Gattuso. Napoli (4-3-3): Reina 6.5, Maggio 5.5, Albiol 6, Koulibaly 7, Hysaj 6, Allan 6.5 (42’st Rog sv), Jorginho 6.5, Hamsik 5,5 (21’st Zielinski 5.5), Callejon 6,5 Mertens 5.5 (21’st Milik 5,5), Insigne 6.5. All.: Sarri.
Arbitro: Banti di Livorno 6,5.
Note: ammoniti Zapata, Hysaj, Koulibaly per gioco scorretto; Calhanoglu per comportamento non regolamentare. Angoli: 12-7 per il Milan. Recupero: pt 1’, st 3′.
Spettatori: 65.786 per un incasso di 2.393.694,95 euro.
Da “Il Gazzettino”