«Motivi personali». Neanche l’ex designatore Stefano Braschi, interpellato da Il Gazzettino, sa spiegare perchè Pierluigi Collina si sia dimesso da designatore degli arbitri dell’Uefa. Era in carica dal 2010 e sarebbe rimasto probabilmente a vita poichè anche da dirigente è riconosciuto come numero uno. Al suo posto arriva Roberto Rosetti, che dunque lascerà il ruolo di capo italiano del Var e anche di consulente Uefa per quel ruolo, resta da capire chi prenderà in mano l’evoluzione della moviola in campo in serie A, da sempre all’avanguardia nel mondo.
Collina era stata una scelta di Michel Platini, che avrebbe ripercorso la carriera di Sepp Blatter, salvo dubbia condanna, e aveva portato l’ex arbitro di Bologna al vertice anche della Fifa, per il settore, ruolo che invece Collina manterrà perchè più leggero.
Tifoso della Fortitudo, nel basket, allergico all’ironia in tv, del comico Gene Gnocchi, sulla sua calvizie, Pierluigi Collina ha la tessera della sezione di Viareggio. Annuncia l’addio a Nyon, inatteso. Aveva diretto molte finali: al mondiale del 2002, dominata dal Brasile sulla Germania, la Champions del ’99, la Uefa 2004 e l’epilogo delle Olimpiadi ’96, ad Atlanta. Per 6 anni venne indicato come miglior arbitro del mondo, record. «Ha garantito comprensione e talento alla categoria», sottolinea il presidente della Uefa Ceferin, sloveno.
«E’ stato un onore lavorare per 8 anni come capo arbitro dell’Uefa – scrive Collina -, sono molto orgoglioso dei risultati ottenuti, insieme ai miei colleghi».
Memorabile, a primavera, l’attacco di Andrea Agnelli, dopo l’eliminazione in Champions dal Real, per il rigore discutibile fischiato a Benatia: «Va fatta qualche riflessione sul designatore e sulla sua vanità: va a colpire le squadre italiane per dimostrare l’imparzialità del designatore, che andrebbe cambiato ogni tre anni».
Rosetti è torinese, magari risulterà più gradito a casa Fiat. Ha 50 anni, è stato internazionale dal 2002 al 2010, si ritirò dopo il gol convalidato a Tevez, in fuorigico, al mondiale di Sudafrica, determinante per la vittoria dell’Argentina sul Messico. Toccò il diapason all’Europeo di Svizzera e Austria, arbitrando la gara d’esordio e la finale vinta dalla Spagna e proprio nel 2008 fu premiato come il migliore. «E’ la scelta naturale, per il lavoro svolto conferma Ceferin -. Esperienza e conoscenza sono un valore aggiunto». «È un grande onore», si accoda Rosetti, già capo degli arbitri in Ucraina e della serie C.
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”