Il Gazzettino, Lazio-Venezia. Errori individuali nei soliti problemi difensivi per Eusebio di Francesco

(raiplay.it)

Lazio-Venezia va più o meno come nelle aspettative. E’ una bella partita, considerato agosto, con scambi palla terra, ritmo altalenante e occasioni a prevalenza biancoceleste e un 3-1 che ci sta, occasioni alla mano. Eusebio Di Francesco si conosce, trame apprezzabili, difficoltà difensive anche oltre le previsioni: era partito meglio con il Frosinone, non alla Sampdoria e al Verona. Prosegue sul filo tracciato da Paolo Vanoli e con il suo pensiero di spettacolo, bisognerà valutare la concretezza, dopo la quasi salvezza storica con il Frosinone. 
Intanto approfitta del pasticcio di Rovella, Ellertsson serve Andersen che con il destro trova l’incrocio. Il pareggio romano è all’11’, dopo l’avvio nervoso, errore netto di Svoboda, Castellanos ruba palla e insacca facilmente. La Lazio convince, come spesso con Sarri e altrettanto spesso come il Verona di Marco Baroni. Altra occasione per il Taty Castellanos, un cross del nigeriano Dele-Bashiru, positivo, e la classica conclusione da fuori dell’ex Zaccagni, uno che valeva già la nazionale e da titolare, quando vinse il playoff a Verona con il Cittadella.
Il Venezia è vivo, Zampano per Gytkjaer e palla fuori di poco. Si accende Noslin, fa avvicinare il palo a Taty e poi si procura il rigore, è il classico step on foot. In questi casi per un difensore è improbabile evitare il contatto, sbaglia il croato Sverko, già titolare nella stagione del ritorno in serie A. Trasforma Zaccagni, capitano post Immobile. Joronen evita il tris, di Marusic.
Errori in costruzione costano al Venezia il rovesciamento della partita, nel 3-4-2-1 Duncan soffre Guendouzi. Dopo l’intervallo riprendersi il punto diventa difficillimo, come direbbe il latinista Lotito, presidente laziale sempre contestato. Di Francesco aspetta un po’ e ne cambia due, mette Pierini e Haps per Oristanio, poco incidente, e Sagrado. La traversa evita il tris di Castellanos, poi Zaccagni non trova la porta. Sono squadre che pensano a giocare più che a difendere, Ellertson inventa l’assist a chiusura del triangolo per Haps, il 31enne del Suriname però non è Gullit e calcia male. Venezia si fa vedere con Duncan e poi rifiata, non c’è il forcing finale utile per il pari, nonostante il ritorno di Crnigoj, rientrato dal prestito ombroso alla Reggiana. Haps migliora due conclusioni, non bastano. Il pressing del Venezia non si esaurisce, manca la scintilla e anzi arriva il 3-1. Guendouzi profondo per Lazzari, cross radente e Altare fa autogol. Palo di Castellanos, occasione per Tchhaouna ma anche una per Altare, con quasi autogol di Romagnoli. Fra una squadra stabilmente in Europa e l’ultima delle neopromosse la differenza è evidente, tantopiù considerate le assenze. 
Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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