Il Gazzettino. La serie A vista da Antonio Cabrini: “Conte resta il miglior acquisto dell’Inter. L’imprevedibilità dell’Atalanta, a primavera sapremo se la Lazio terrà per lo scudetto. L’Europeo darà il vero valore dell’Italia. Ho instradato il calcio femminile al professionismo. Ora faccio il mental coach in aziende e coordino le Legends”

Antonio Cabrini con la nuova moglie (corriere.it)

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La classifica dell’anno solare, nel calcio, premia la Juve, con 79 punti, davanti a Inter e Atalanta, con 72, poi la Roma a 71. Il Napoli è solo a 59, il Milan a 58. 
Antonio Cabrini, chi vince lo scudetto?
«La Juve – risponde l’ex terzino sinistro, campione del mondo nel 1982 -, nonostante al momento sia pari all’Inter».
Dybala, Higuain e Ronaldo possono coesistere con regolarità?
«Dipende chi c’è con loro, vanno messi nelle condizioni di poter giocare assieme».
La Juve prende gol spesso su palla inattiva. Viene da rimpiangere Allegri, almeno per la fase difensiva?
«Pensare al tecnico precedente è l’ultimo dei problemi. Per il momento la squadra è su buoni livelli, non è ancora completamente entrata nel gioco di Sarri. Non gioca ancora come vorrebbe l’allenatore, serve tempo».
In Champions di quanto è favorita, sul Lione?
«Abbastanza per passare il turno».
Lukaku è migliore di Icardi?
«Sono due centravanti diversi, ha deciso l’allenatore, a seconda delle caratteristiche che vuole sul campo. Dipenda da cosa serve in quella determinata squadra, non è solo questione di gol».
Ma Conte ha fatto bene a lamentarsi spesso della rosa corta, dell’Inter?
«Arriverà probabilmente qualcuno. Quando un allenatore chiede così esplicitamente rinforzi sa che ha alle spalle una società che può soddisfare le sue richieste».
Si aspettava che l’Inter resistesse così tanto, alla Juve?
«Con Antonio Conte ci si deve attendere di tutto, resta il miglior acquisto. Molto bene anche i nuovi centrocampisti, Sensi e Barella».
La Lazio può reggere e giocarsi lo scudetto come quando lo vinse, 20 anni fa?
«Si è aggiudicata la supercoppa, viene da 8 successi di fila in campionato però è ancora troppo presto. Dobbiamo riparlarne almeno a metà del girone di ritorno».
Lei si rivelò nell’Atalanta, nel ’75-’76, prima di passare alla Juve. Qual è il segreto di Gasperini, altro ex bianconero?
«Ha creato una squadra competitiva, non è più una sorpresa. La città è di grande qualità, la squadra crede nel suo lavoro». 
Può battere anche il Valencia, negli ottavi di Champions?
«E’ capace di qualsiasi risultato, nel bene e nel male».
Ma Cabrini avrebbe esonerato Ancelotti?
«Non conosco i meccanismi del Napoli, è impossibile giudicare, la verità è conosciuta solo dall’allenatore licenziato e dalla società».
Gli 11 punti dalla Roma sono recuperabili, per la Champions? 
«Dipende soprattutto dai giallorossi e dalle altre che precedono la squadra di Gattuso».
Con il Barcellona sarà vittima sacrificale?
«A livello internazionale incide anche la mentalità, i blaugrana sono superiori ma non in maniera esagerata. Di Francesco con la Roma li ha eliminati».
Giampaolo meritava più tempo, al Milan?
«E’ una domanda che andrebbe rivolta a chi di dovere, cioè a Boban e agli altri».
Pioli viene dagli esoneri di Lazio, Inter e Fiorentina, alla fine sarà solo un traghettatore?
«Dipenderà molto dai risultati, da dove si assesterà in classifica».
Ibrahimovic cosa porta?
«Esperienza e qualità. Non si può sperare che sia il risolutore di tutte le problematiche, occorre che la squadra lo metta nelle condizioni ideali per segnare».
L’Udinese si salva in serie A ininterrottamente dal ’95, ce la farà anche quest’anno?
«Il potenziale c’è. La società ha ragione nel puntare su Luca Gotti, è giusto anche per lui alzare l’asticella, dopo avere scelto di fare il secondo».
Mancini ha stabilito il record di 11 successi di fila, con la nazionale, ma il girone era facile. Agli Europei siamo da semifinale?
«Il grande torneo risponderà sul valore dell’Italia, dopo l’uscita ai quarti con Conte, tre anni e mezzo fa».
Il 2020 sarà l’anno di…?
«L’importante è che sia un nome italiano».
Che mercato di riparazione è?
«Proprio di riparazione, lo dice la parola stessa. Non aspettiamoci rivoluzioni».
Qual è la favorita in Champions?
«Lì è proprio una guerra, con spagnole, inglesi e tedesche».
Chi è ora il Cabrini del calcio mondiale?
«Ci sono buoni esterni, come li chiamano adesso. E’ difficile paragonarli con il passato».
Con Milena Bertolini, la nazionale femminile è arrivata ai quarti dei mondiali. Lei in 5 anni raggiunse i quarti agli Europei, l’ultima volta era uscito al primo turno, dopo avere perso lo spareggio con l’Olanda, di qualificazione ai campionati del mondo.
«Sono ancora tutte le mie ragazze, le ho instradate io nel mondo professionistico, negli ultimi anni c’è stato il riscontro dei club maschili di serie A che hanno inglobato le femminili e così è arrivata la crescita esponenziale. Sino a tre anni giocavano su campi impraticabili, mancava proprio la cultura calcistica, erano già brave per quanto facevano. Mi auguro che il boom prosegua a lungo».
Oggi Cabrini cosa fa?
«Sono coordinatore delle Legends per la federazione, dunque delle partite con gli ex azzurri. E lavoro come mental coach in aziende. Come Paolo Rossi e Velasco, da quasi tre anni. Mi diverto molto».
Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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