Non sarà la sera del terzo scudetto del Napoli, dal momento che la Lazio ha superato il Sassuolo, come da pronostico. In avvio bella rete annullata, a Immobile, la squadra di Maurizio Sarri conferma di essere la seconda per continuità di gioco e stranamente eliminata due volte, in Europa. Risolve il moto perpetuo di Marcos Antonio, regista brasiliano di 22 anni che ritma il gioco e libera Felipe Anderson. I neroverdi meriterebbero il pari con l’ex Frattesi, Defrel e Berardi, allo scadere Basic fa 2-0. Roma e Atalanta raggiungono il Milan ma sono dietro l’Inter, maramaldeggiante a Verona.
A Bergamo vantaggio Spezia con Gyasi, servito da Bastoni dopo il rimpallo Shomurodov-Scalvini, pareggia al 32’ De Roon al volo da fuori su angolo da destra di Koopmeiners, respinto da Wisniewski. Alla ripresa sfuriata Zappacosta-Muriel, 3-1 e accorciano i liguri con il sinistro di Bourabia, a rimorchio di Shomurodov, borseggiatore di Toloi. Le speranze di Semplici di strappare un pareggio si stampano sul quasi incrociato colpito da Verde.
Monza pericoloso subito con il palo di Dany Mota. Segna la Roma a metà tempo grazie all’errore del portiere Di Gregorio, appoggia male e al culmine di vari tentativi è superato da El Shaarawy. Al 39’ cross di Rovella, Caldirola si libera di Celik e svetta sul pari. Una volta di più la formazione di Mourinho non piace come gioco, è lontana dai vertici di spettacolo dell’Inter, somiglia al pragmatismo di Allegri, alla Juve, nella ripresa costruisce due occasioni contro una.
Per l’8° posto, che in realtà potrebbe valere la Conference league, c’è anche la Fiorentina, in virtù del 3-3 di Salerno. Ha ragione il ds granata Morgan de Sanctis, sul conto dell’ivoriano Dia: “E’ da Champions league”. Da titolare e da potenziale semifinalista e non solo per la tripletta di ieri. Sousa squalificato è sostituito in panchina da Sánchez Lladò, schiera il 3-5-2, con Maggiore e Lovato, Bohinen e Botheim. Per Italiano 4-2-3-1 con Castrovilli ormai al top, dopo due anni penalizzati da infortuni. Il vantaggio della Salernitana è sull’asse Botheim-Bradaric, a lancia Dia in campo aperto. Gyomber si fa male, Daniliuc non è la stessa cosa e i viola avvicinano il pari con Ikoné, lo trovano con Dodò a crossa per Gonzalez, svettante.
Botheim avvia l’azione del 2-1, Dia percorre trenta metri palla al piede e dal limite infila. Entra Bonaventura e propizia il secondo pari, di Ikoné. Poi Coulibaly apre per Mazzocchi, atterrato, dal dischetto Dia. Tre minuti e punizione da destra al curaro, di Biraghi, palo e 3-3. La Sampdoria aspetta solo la serie B matematica, il Torino passa con Buongiorno e con Pellegri, l’ex genoano nel recupero porta le mani alle orecchie e scatena la reazione di Amione, espulso dalla panchina.
“Giù le mani dalla Samp”, scrivono gli ultrà, e i giocatori sono con le braccia alzate davanti, prima del match, mentre l’ex presidente Ferrero la sta facendo fallire.
Vanni Zagnoli
La versione integrale dell’articolo pubblicato su “Il Gazzettino”