L’integralità della vigilia di Roma-Juve per il Gazzettino del nordest.
Vanni Zagnoli
Anche la Roma è regina del calcio italiano, ma dei secondi posti: 7, in questo millennio, un parziale da record nella storia del nostro calcio e allora non può accontentarsi di arrivare sempre dietro la Juve. Alle 18 la riceve all’Olimpico, il calendario senza vincoli propone il bigmatch alla seconda di campionato.
“I giallorossi avranno il dente avvelenato – conferma proprio Allegri -, perché da due anni arrivano secondi: hanno tutte le carte in regola per vincere lo scudetto, come d’altronde la Juve. Mi auguro una giornata di sport e spettacolo, senza violenza”. Confermato il friulano Padoin: “In assenza di Marchisio, è l’unico che può giocare davanti alla difesa e contro l’Udinese se avessimo vinto sarebbe stato premiato come migliore in campo. E Dybala giocherà dall’inizio”. In panchina Morata e i nuovi, Alex Sandro e Cuadrado, sul centro campo Pereyra è in ballottaggio con Sturaro.
I giallorossi vengono dal pareggio persino sofferto di Verona. “Voglio un ritmo più alto – dice Rudi Garcia, confermato dopo titubanze – e la stessa squadra vista dopo il gol di Jankovic. Iniziamo come fossimo in svantaggio, giocando da subito per vincere”.
Ci saranno 60mila spettatori, la curva romanista però fa sciopero contro le misure di sicurezza. “Sfruttiamo il fattore campo, con ambizione”.
Iturbe, Paredes e Ibarbo sono convocati ma in partenza, per Genoa, Empoli e Sampdoria. Mancano Cole, Strootman e 4 ultimi arrivati. Se recupera da un affaticamento, a sinistra gioca Torosidis e non il rinforzo Digne. A destra, Maicon è favorito su Florenzi, in mezzo Keita su De Rossi, in avanti Iago su Gervinho. “Totti e Dzeko possono coesistere – garantisce Garcia -, più quando gli avversari hanno la difesa a 5. E’ una possibilità, ce la teniamo per la stagione”.
E allora il capitano parte ancora dalla panchina.
