Il Gazzettino. “La notte del Maestro”, Andrea Pirlo saluta il calcio a 23 anni dall’esordio

Pirlo contrastato da Seedorf (afp/gazzetta.it)

E’ stata la notte del Maestro, a San Siro, l’addio al calcio di Andrea Pirlo, giusto 23 anni dopo l’esordio in serie A, avvenuto a Reggio Emilia, con il Brescia. Aveva 16 anni e già grande classe.

A omaggiarlo arrivano tanti grandi campioni e 45mila spettatori. Pirlo è commosso, anche dai cori, lo abbracciano in tanti, fra i 65 ex compagni giunti apposta: manca solo Ronaldinho, perchè ha perso l’aereo. C’è anche uno degli ultimi compagni, l’inglese Lampard, l’unico a non avere giocato in Italia, ma ha chiuso la carriera pure con i New York City.

Rui Costa ha un pizzico di pancia, Ronaldo molta di più e allora non gioca: «Ho problemi alle ginocchia – spiega il brasiliano -. Con Andrea abbiamo praticamente iniziato insieme, all’Inter. Con la palla era un fenomeno, è sempre stato importante nello spogliatoio, ha trovato una carriera bellissima, facendo innamorare chiunque sia stato suo compagno e l’abbia seguito».

Pirlo faceva divertire tutti, in spogliatoio, a dispetto delle apparenze, di quella faccia sempre uguale. 

Giocano in tanti, non Roberto Baggio, nè Vidal, infortunato. Allenano Donadoni, Ancelotti e Conte, fra le due rose sono presenti 13 compagni campioni del mondo. Compreso Filippo Inzaghi. «E’ pure l’occasione per reincontrarci, dopo tanto tempo – racconta l’allenatore del Venezia -. Quando smisi di giocare, stavo malissimo, segnai al Novara, in coppa Italia, con il Milan, ma non sapevo fosse l’ultima partita. Di Pirlo mi piace ricordare l’intelligenza».

Il ritmo è ovviamente basso, è avvantaggiato chi è ancora in attività, come Pato, autore del primo gol dei blu, dopo i 2 dei bianchi. 

Fra i più vecchi in campo spiccano il subcommissario generale Costacurta e Cafu. Dice bene Albertini, sostituito da Brocchi: «E’ fra i primi 5 nella storia del calcio italiano. Faceva giocare bene la squadra».

Vieri è in sovrappeso, nonostante faccia 5 km al giorno, segna il 2-3 e poi scherza con l’amico Cassano. La festa va avanti così, sino a tardi, con i cori verso molti dei protagonisti. Compreso il ct dell’Ucraina Shevchenko. Manca Kakà. La più bella della serata è dell’ex portiere Dida: «Quando arrivai al Milan, Gattuso mi disse che c’era un brasiliano in campo, Pirlo».  

Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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