BOLOGNA-JUVENTUS 0-0
BOLOGNA (4-3-3): Mirante 6; Mbaye 5, Gastaldello 6,5, Maietta 6, Masina 6,5 (28′ st Constant 5,5); Donsah 6,5, Diawara 7, Taider 6 (37’ st Brienza sv); Rizzo 5 (20′ st Mounier 5,5), Destro 6, Giaccherini 6,5. All. Donadoni.
JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon 6; Lichtsteiner 5,5, Barzagli 6,5, Bonucci 6, Evra 6; Sturaro 5,5, Marchisio 6,5, Pogba 6; Pereyra 5,5 (1’ st Cuadrado 5,5); Zaza 5 (22′ st Dybala 5,5), Morata 6. All. Allegri.
ARBITRO: Irrati di Pistoia 6.
Note: ammoniti Gastaldello, Sturaro, Marchisio e Diawara per gioco scorretto. Angoli 1-8. Spettatori 30mila per un incasso di 820mila euro. Recupero: pt 1’, st 3’.
Bologna
Se c’era una squadra che poteva fermare la Juve era il Bologna, l’avevamo scritto, alla vigilia, era fin troppo facile.
Un’altra emiliana, dopo il Sassuolo che aveva battuto per ultimo i bianconeri, non superiori al Genoa nè al Napoli,
ieri sera migliori dei rossoblù ma non abbastanza da inanellare la 16^ perla consecutiva, 18^ considerate le coppe.
Ma poi mica è detto che lunedì il Napoli batta il Napoli e torna avanti, adesso è a -2.
La Juve del decennio ha toccato il diapason un anno fa, sbriciolando il Real Madrid, come già nel 2003.
Per ripetersi con il Bayern, da cui Conte era stato eliminato al debutto in Champions, martedì deve giocare tutta la partita come i 10’ iniziali.
Non ha segnato eppure l’attacco era tambureggiante, si diceva una volta.
Pogba non ha nulla dell’Optì Pobà inventato del presidente Tavecchio, salta l’uomo ma c’è bisogno delle sue sterzate e tiri, insomma di un qualcosa di Cristiano Ronaldo.
Servirebbe un Pogba alla Platini, ecco, quasi 30 anni dopo, non l’anonimo della quasi totalità di gara.
In verità serviva anche ieri, perchè la partita non si sbloccherà.
Il Bologna prende coraggio, Destro costringe Buffon alla parata. Al Dall’Ara Giaccherini non si traveste da diavolo, è un ex morbido, per una volta i cambi di ritmo sono rari e non così vorticosi, in fascia.
L’argine resiste anche grazie ai giovani di colore, Mbaye (’94), Diawara (’97) e Donsah (’96).
Zaza è più efficace da subentrato che dall’inizio, Alvaro Morata si perde presto dopo l’inizio da coppa.
La regia di Marchisio è metodica, manca il lancio alla Pirlo però è un playmaker di livello e non ha fretta perchè la 16esima vittoria di fila può arrivare anche in extremis.
Sturaro è grigio, nel 4-3-1-2 della serata, a valorizzare Pereyra, al rientro, ma Dybala è un’altra cosa.
In teoria anche Cuadrado, entrato al posto dell’argentino alla ripresa.
In casa i rossoblù sono da semplice salvezza, per una volta si preoccupano della fase difensiva e resistono.
In fondo sono da Europa, con 28 punti in 16 giornate e con Donsah offre un’azione spettacolare a metà frazione.
La Juve si incarta, gli emiliani ripartono con sagacia, guidati pure da Luca Gotti, adriese, ex Treviso, vice di Donadoni.
Irrati lascia correre anche troppo, come Orsato una settimana fa.
A 7’ dalla fine Mirante è graziato da Pogba, poi si oppone a Morata.
In mezzo l’assist di Brienza per Giaccherini ma era impossibile inquadrare la porta.
Alvaro (nella foto in copertina) non sorprende il portiere di casa, Cuadrado invece è in ritardo sul cross di Pogba.
Non basta un ottimo quarto d’ora complessivo (10’ di incipit e 5’ in chiusura) per vincere. Chi ha perso sono gli ultras petroniani che hanno indirizzato un petardo al pullman juventino, all’arrivo. “Forse una bomba carta – chiosa l’ad Marotta -, è un atto di teppismo e di violenza”.
di Vanni Zagnoli