Uno dei campioni del mondo più amati gioca Juve-Inter per Il Gazzettino. Marco Tardelli, lo schizzo del calcio mondiale, a 64 anni si divide fra radio e Rai. Ha vinto molto con la Juve e chiuso con due stagioni all’Inter, compreso un gran gol al Real Madrid, modello finale di Madrid, prima dell’ultima stagione in Svizzera.
Tardelli, cosa sostiene? Rifacendoci al titolo della sua rubrica su La Stampa?
«Che può decidere la nuova posizione di Dybala, come gli ha chiesto l’allenatore».
Tuttocampista, l’ha definito Allegri.
«Esattamente. Inciderà magari sul risultato».
Come finirà?
«Prevedo un pari, 1-1, ma non mi chieda chi segna».
Dybala, Mandzukic e Ronaldo. Così Bernardeschi e Douglas Costa devono aspettare…
«In una rosa di quel livello è normale, si può fare la differenza anche uscendo dalla panchina. Una grande squadra è fatta di grandi giocatori».
Cos’ha portato Cristiano?
«Un cambio di mentalità, deciso, in particolare in prospettiva Champions league».
Considerata anche la differenza di 8 anni, meglio Cristiano o Icardi?
«Non faccio paragoni. Il vice Pallone d’oro serve più per la coppa, la serie A è vinta dalla Juve dal 2012, anche senza di lui».
In Champions i bianconeri sono davvero favoriti?
«Sono una delle probabili finaliste. Sono convinto che rivinceranno la coppa Italia».
Spalletti ha tre ballottaggi: Vrsaljko-D’Ambrosio, Borja Valero o Joao Mario e Perisic o Keita. Tardelli chi preferisce?
«Non conta il mio parere, lui li vede durante la settimana, i soliti giochi dall’esterno non contano, dipende dalle condizioni fisiche e psicologiche».
Nainggolan è in dubbio, deve ancora mostrare di valere i 38 milioni pagati dall’Inter.
«E’ solo una questione fisica, non è ancora mai stato al top. Appena starà bene fisicamente inciderà».
Allegri e Spalletti hanno molto del suo Giovanni Trapattoni?
«Più Massimiliano, direi».
Quanto è lontano l’interista dal tecnico bianconero, premiato come migliore della scorsa stagione dai colleghi e dai calciatori?
«Sono tutti lontani, ma per le rose e la qualità diversa. I punti di distanza sono frutti di questo».
L’Inter può finire davvero al secondo posto, dopo anni fra Napoli e Roma, come piazzata?
«Molto credo dipenderà da questa partita».
La differenza resta nella tenuta difensiva, al di là della cessione di Buffon e del tramonto di Barzagli, infortunato, a 37 anni?
«Se la difesa va bene, è perchè il centrocampo funziona e l’attacco si sacrifica. La retroguardia non è grande solo per meriti propri».
Juve-Inter è anche la partita di Marotta. Quanto ha inciso nei 7 scudetti di fila, rispetto al presidente Agnelli?
«Ha concordato tutto con la società e l’allenatore, adesso va avanti Paratici. Un ds da solo non basta mai».
Chi è il Tardelli del calcio mondiale?
«Non lo so, ma neanche ho grande interesse a individuarlo».
Da ex compagno di Gaetano Scirea, cosa si sente di dire per striscione a Firenze, anche sull’Heysel?
«E’ frutto di una banda di cretini, non so neanche se siano tifosi viola, l’autore è un malato mentale».
A Coverciano ha incontrato il ct Mancini. Cosa manca perchè l’Italia sia competitiva agli Europei?
«Qualcosa là davanti. Il bresciano Tonali in prospettiva sarà utile, Verratti è già bravo e Chiesa non è più una sorpresa, gli basta continuità».
E quel film con Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi con lei e Cabrini?
«L’abbiamo solo presentato, ricordando la grandezza del friulano Enzo Bearzot. Io ero in camera con Selvaggi, che è stato anche all’Udinese: mi ascoltava sino alle 5, faticavo a dormire, al mondiale di Spagna».
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”