Il Gazzettino. Il Parma va sul doppio vantaggio, viene ripreso a 10′ dal termine dalla doppietta dell’immenso Toni.

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Luca Toni dopo il gol del pareggio realizzato su rigore

Parma-Verona 2-2

GOL: pt 21′ Nocerino, 36′ Varela, 42′ Toni; 35′ st Toni (rigore).

Parma (3-5-2): Mirante 6,5, Cassani 6, Lucarelli 5, Feddal 5, Gobbi 5,5, Lila 5, Mauri 6,5, Jorquera 6 (20’st Galloppa 5,5), Nocerino 6,5 (31’st Ghezzal sv), Varela 6,5, Palladino 5 (44’st Esposito sv). All.: Donadoni. Verona (4-3-3): Rafael 5, Sala 5,5, Marquez 5,5, Moras 5,5, Agostini 6, Obbadi 5,5 (31’st Greco sv), Tachtsidis 6, Hallfredsson 6, Jankovic 5,5 (24’st Saviola 6), Toni 7, Fernadinho 5 (12’st Nico Lopez 6). All.Mandorlini.

Arbitro: Minelli di Varese 6.

Note: angoli: 6-3 per il Parma. Recupero: 0′ e 3’. 7mila spettatori. Ammoniti: Obbadi, Moras, Lila.

Vanni Zagnoli

Parma

Come funerale, è stato parecchio allegro, emozionale. Era l’ultima partita di serie A al Tardini, a prescindere dalla ripartenza del Parma, sempre più vicino alla D – ma i ribassi potrebbero continuare sino ai due milioni -, chissà quando risalirà, perchè chiunque arriverà non ha i soldi per garantire la promozione immediata. La partita scorre via fra coreografie commoventi e polemiche, con lo striscione “Tavecchio ve l’ha raccontata, voi gli avete creduto. Cari giocatori cosa avete ottenuto?”. Il pensiero della curva Matteo Bagnaresi è chiaro, il Parma avrebbe dovuto scioperare a oltranza, per porre l’accento su una situazione grottesca. “Abbiamo chiesto di tutto – obietta Donadoni -. Non giocare 1-2 partite non avrebbe spostato la situazione, anzi non avremmo onorato la professione. L’importante è che che l’energia spesa da tutti i ragazzi non sia stata buttata”.

All’ingresso e all’uscita occorre trattenere le lacrime, perchè i parmensi hanno vissuto 8 coppe in un decennio, legate peraltro alla “finanza creativa” di Calisto Tanzi. Arrivano i cori contro il suo erede, Ghirardi, indagato per banca fraudolenta. Un anno fa, qua si festeggiava l’Europa league, la licenza Uefa negata la fece svanire, come capita adesso al Genoa. “E lì – fa sapere per mail Tommaso Ghirardi – iniziarono i miei problemi”. Alla fine i crociati fanno il giro di campo, si fermano sotto ogni settore per ringraziare. Di più potevano fare, perchè il potenziale era da salvezza, bastavano meno errori difensivi per restare in corsa, nonostante i 7 punti di penalizzazione. Almeno, era alla portata la terzultima, platonica posizione.

Chiude in gloria, invece, il Verona di Toni capocannoniere, 21 gol, uno in più degli argentini Tevez e Icardi, l’interista ha 16 anni meno di lui ma dal campione del mondo può imparare tanto. Nei movimenti di forza, spalle alle porta, nelle virate e conclusioni. “Faremo di tutto per confermarlo al vertice – sottolinea l’allenatore Andrea Mandorlini – e per migliorare la posizione, sabato contro la Juve, alle prove generali della Champions. Evitiamo però il primo tempo comico di Parma”.

Toni era negli Emirati. “Avrei voluto anticiparne il ritorno in Italia: si era rimesso in gioco, la società e la squadra gli vogliono bene, ha l’esperienza e qui è protagonista, con 41 gol in due anni”.

Marquez ha vinto tutto con il Barcellona. “Noi però tifiamo per la Juve, in finale”.

Il vantaggio è originato dal destro di Palladino respinto da Rafael, il raddoppio su assist di Josè Mauri. Toni accorcia su cross di Agostini, manca il pareggio alla ripresa e cerca il rigore su trattenuta di Feddal. Punito nel finale per fallo di mano.

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