Domani il raduno del Milan, per Gattuso più dubbi che certezze. Il ricorso al Tas per l’esclusione dall’Europa League difficilmente sarà accettato (la risposta attorno al 20 luglio), mentre il fondo Elliott si accinge a diventare padrone della società, per gli impegni mancati dal presidente Li Yonghong.
Venerdì il cinese non ha restituito i 32 milioni di euro anticipati dal fondo americano come aumento di capitale, oggi è a Londra assieme all’ad Marco Fassone, per cercare una strategia di uscita. Domattina l’hedge fund americano di Paul Singer avvierà le pratiche per l’escussione delle quote in pegno del club. Li cerca ancora i 32 milioni, senza dimenticare i 383 del prestito-ponte utilizzato per il closing: in Arabia, dopo le trattative sfumate con Rocco Commisso e con la famiglia Ricketts, le possibilità comunque sono remote.
Americano di Calabria, Rocco Commisso aveva azzeccato la previsione, Li non avrebbe trovato i soldi. E’ stato rotto il covenant, ovvero gli impegni al momento del prestito, per 303 milioni, da domani al tribunale del Lussemburgo il fondo avvierà l’escussione delle azioni in pegno della controllante, e quindi a cascata del Milan. Paul Singer avrebbe la volontà di governare il Milan per un anno e dunque di venderlo con calma, riaprendo magari la trattativa con i Ricketts. A Elliott, la Uefa richiedeva un lungo impegno, che il gestore del fondo ha rifiutato. Li aveva investito quasi un milione, un anno fa, tra prestiti, aumenti di capitale e soldi versati con crescente difficoltà, dovrebbe averlo perso per appena 32 e alloira pensa al contenzioso legale nei confronti di Elliott.
Il mercato è paralizzato, al punto che il ds Mirabelli ammette: «Solo con le cessioni, il budget sarà più chiaro».
Intanto dall’Amburgo arriva Alen Halilovic, centrocampista croato con contratto triennale, dopo il prestito al Las Palmas. «Per una squadra sempre più giovane e forte». Ma dal destino incerto.
Vanni Zagnoli
Da “Il Gazzettino”