Il Gazzettino, Icardi non è più il capitano. Le frasi di Wanda che non sono piaciute all’Inter, il tweet della sorella di Maurito. Che al Barcellona folleggiava. Mentre nel libro minacciò di morte gli ultras: “Porto 100 amici dall’Argentina”

Wanda Nara e Icardi (calciomercato24.com)

Dice molto il tweet di Ivana Icardi, sorella di Mauro, bellissima 23enne star su instagram. «Cronaca di una morte annunciata. Povero mio fratello, ma perché si continua a permettere tutto ciò? All’Inter non concedono questi atteggiamenti. Se avessi alle spalle una persona seria, che davvero si prendesse cura di te, tutto questo non succederebbe».
Insomma per la sorella minore è tutta colpa di Wanda Nara, la compagna procuratrice e in effetti quando era alla Sampdoria non aveva questi problemi, acuiti dalle ospitate della showgirl a Tiki Taka. Le esternazioni sui social non sono piaciute in particolare dall’arrivo di Marotta, comprese le di lei foto, con tatuaggi molto intimi. E poi le immagini delle vacanze, per alimentare l’interesse degli sponsor, ostentando il loro essere la coppia più bella del mondo sportivo. Da un anno e mezzo, il crescendo di frasi di Wandita non è solo per il rinnovo del contratto: «Può cacciare o portare persone all’Inter alzando solo un dito. L’Inter voleva mandarlo alla Juve. Perisic? Forse ci sono problemi personali, se chiede la cessione».
Del resto in nerazzurro si sono creati due clan, croati e argentini, confermato dal like di Brozovic al tweet sulla fascia per Handanovic. Ancora la Nara: «Dallo spogliatoio cattiverie sono Maurito».
Ma Icardi è sempre stato una testa calda, lo confessava nella sua biografia, Sempre Avanti, fin dal Barcellona. «In Catalogna avevano voluto impormi di parlare anche la loro lingua, il catalano, a me dava molto fastidio: è un mix di spagnolo, italiano e francese, non mi sarebbe servito in nessun’altra parte del mondo. Da noi allievi pretendevano un comportamento serio, senza preoccuparsi delle nostre esigenze relazionali. Dovevamo essere macchine da guerra, i compagni erano come tanti soldatini telecomandati, robot». La sera il centravanti argentino voleva trasgredire. «A La Masia, la cantera del Barça, una notte svuotai un estintore in camera: scappavo quasi tutte le sere».
Sempre nel libro, ha dovuto correggere il passaggio relativo alla disputa con la curva nord, che a Reggio Emilia contestava. «Sono pronto ad affrontare gli ultras uno a uno, sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità, di ammazzati per strada. Porto 100 criminali dall’Argentina che li ammazzano lì, sul posto». Avrebbe proprio bisogno di un tutor…
Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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